POLITICA
L’attuale instabilità a livello nazionale del campo largo e le conseguenti fratture emerse in Liguria difficilmente avranno conseguenze immediate sull’alleanza del centrosinistra in Umbria. Tuttavia, se le tensioni dovessero persistere, non si possono escludere ripercussioni future.
Non sono, infatti, casi isolati, ma piuttosto evidenti segnali delle ennesime difficoltà del campo largo nel trovare una sintesi programmatica e organizzativa in vista di appuntamenti elettorali cruciali.
In Liguria Italia Viva ha ufficialmente abbandonato la coalizione, dopo un braccio di ferro con il Movimento 5 Stelle che a sua volta si è scontrato col Pd per l’operazione recupero di Renzi.
Qui in Umbria il campo largo sostiene Stefania Proietti, un candidato presidente forte in termini di consenso locale, ma che, per opporsi efficacemente al centrodestra, non può prescindere da una coalizione compatta e coesa. Italia Viva non ha un’influenza particolarmente rilevante sull’elettorato umbro, ma il Movimento 5 Stelle sì. E l’unità è fondamentale per sperare in una consistente affluenza e per recuperare il sostegno degli elettori che negli ultimi anni si sono allontanati.
Per valutare, quindi, se ci saranno anche qui conseguenze delle contrapposizioni in corso, bisognerà probabilmente attendere gli eventi che precedono il voto umbro: gli sviluppi dello scontro mostratosi in Liguria e l’esito del duello interno al Movimento 5 Stelle tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte.
In questo contesto, il centrodestra pur affrontando un confronto su vari temi nazionali, non mostra, invece, segnali di fratture imminenti. Ciò gli consente di attendere gli sviluppi stando a guardare alla finestra: per il centrodestra, infatti, si è già creato il miglior scenario per incrementare le energie da impiegare nella campagna elettorale.
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