Attualità
L’Umbria, cuore spirituale d’Italia, si prepara a ospitare, sabato, una nuova edizione straordinaria della Marcia della Pace. Ma ha senso tornare a marciare? Sì. E oggi più che mai. In un momento storico in cui il mondo sembra trovarsi sull’orlo di un conflitto globale, questa marcia, infatti, assume un significato ancora più profondo e urgente perché - come hanno sottolineato ieri gli organizzatori - potremmo ritrovarci in un lampo al punto di non ritorno. Con il conflitto in Ucraina che si protrae ormai da più di un anno e l’escalation in Medio Oriente, appare sempre più tangibile la prospettiva di una guerra senza limiti, senza confini e, perfino, con armi fino a ieri immaginabili solo nei film di fantascienza come dimostra l’esplosione simultanea di migliaia di chip cercapersone tra i militanti di Hezbollah. La Marcia della Pace - che questa volta si muove da Santa Maria degli Angeli verso Assisi, simbolo della pace e del dialogo per eccellenza - torna così ad essere non solo un cammino fisico, ma anche un momento per una riflessione collettiva sulla necessità di riportare la pace al centro del dibattito globale. In un mondo dominato dalla logica del conflitto e dell’odio, anche questa marcia risulterà, probabilmente, l’ennesima goccia nell’oceano. Ma un obiettivo - se ci sarà partecipazione e attenzione - potrebbe comunque raggiungerlo: far sentire che c’è qualcuno che dice “basta“ e, magari, anche far riflettere chi vive questo delicato periodo in maniera distratta. Oggi, più che mai, insomma, è davvero essenziale che la parola pace si rimetta in cammino.
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