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TRAGEDIA

L’omicidio di Palermo rilancia l’allarme della violenza tra i giovani. La gelosia è tra le cause principali

Tra il 2015 e il 2024 i delitti che coinvolgono minorenni mostrano una crescita costante

Clementina Civitavecchia

12 Ottobre 2025, 17:57

L’omicidio di Palermo rilancia l’allarme della violenza tra i giovani. La gelosia è tra le cause principali

Il luogo dell'omicidio e, a destra, la vittima Paolo Taormina e sotto il reo confesso Gaetano Maranzano

Un colpo di pistola nella notte tra sabato 11 e domenica 12 ottobre, nel cuore della movida di Palermo, ha stroncato la vita di Paolo Taormina, 21 anni. Il colpevole è stato già individuato, ma la dinamica è tutt’altro che definita, le indagini sono ancora in corso e intanto, torna ad affacciarsi un movente che negli ultimi anni ha alimentato troppi delitti tra ragazzi: la gelosia.

Omicidio nella notte a Palermo, dinamica da chiarire

La movida di Palermo è stata sconvolta nella notte tra l’11 e il 12 ottobre dal brutale omicidio di Paolo Taormina, 21 anni, freddato da un colpo di pistola alla testa. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo non si trovava in strada per divertirsi, ma stava lavorando nel pub di famiglia, “O’ Scruscio”, in piazza Spinuzza, a pochi passi dal Teatro Massimo. Si era parlato inizialmente di un tentativo di sedare una rissa: poco dopo le 3, Paolo avrebbe notato, davanti al locale, un pestaggio di un coetaneo da parte di un gruppo, sarebbe uscito e avrebbe cercato di calmare gli animi. Quando la tensione sembrava rientrata, un colpo di pistola lo ha raggiunto alla fronte. L’assassino è fuggito in scooter. I soccorsi sono arrivati rapidamente, ma per lui non c’era più nulla da fare. Le indagini dei carabinieri hanno portato quasi subito al quartiere Zen, nel rione Uditore, dove vive Gaetano Maranzano, 28 anni. In casa sarebbe stata rinvenuta un’arma e l’uomo avrebbe ammesso lo sparo, parlando di un rancore personale legato a presunte attenzioni di Paolo nei confronti della sua fidanzata. Ma il quadro non è affatto definito. Come riferisce l’agenzia Italpress, la versione fornita da Maranzano sarebbe un’altra: i due si sarebbero incrociati nel locale per caso e da lì sarebbe nata una colluttazione, finita in tragedia. Questa seconda ipotesi troverebbe un primo conferma nelle immagini delle telecamere di sorveglianza, dalle quali non risulterebbe alcun intervento di Taormina per sedare una rissa. Restano dubbi anche sull’arma utilizzata. Gli investigatori stanno lavorando per chiarire ogni passaggio e stabilire che cosa sia realmente accaduto quella notte.

Violenza giovanile, non solo numeri

Una città sconvolta, una famiglia devastata, amici sgomenti. Il sindaco Roberto Lagalla parla di una ferita profonda e annuncia il lutto cittadino nel giorno del funerale. Condanna la brutalità che ha strappato la vita a un giovane e sottolinea l’importanza di una svolta culturale: “Non basta aumentare i controlli se non si colma il vuoto educativo”. Toccanti anche le parole di cordoglio apparse sulla sua pagina Facebook: “Non si può accettare questa notizia. Poveri genitori”. La morte prematura di un ragazzo che aveva davanti a sé un’esistenza ancora tutta da costruire riaccende una domanda urgente: che cosa sta succedendo tra i ragazzi di oggi? Il fenomeno della violenza giovanile non è più un episodio isolato, ma un segnale che attraversa il Paese. Secondo i dati della Direzione Centrale della Polizia Criminale (Criminalpol), tra il 2015 e il 2024 gli omicidi che coinvolgono i ragazzi mostrano una crescita costante: la quota di vittime è salita dal 4% a oltre il 7% del totale. Non sono statistiche, ma storie con volti e nomi precisi. Come quello di Noemi Durini, 16 anni, uccisa nel 2017 a Lecce dal fidanzato, appena un anno più grande. O quello di Ismaele Lulli, 17 anni, attirato in un agguato e assassinato nel 2015 nelle campagne del Pesarese da un ventenne con la complicità di un coetaneo. C’è poi la vicenda di Aurora Tila, 13 anni, trovata senza vita a Piacenza nel 2024: l’ex fidanzato, appena quindicenne, è sotto indagine e il movente ipotizzato dagli inquirenti è proprio la gelosia. E ancora, la storia di Martina Carbonaro, 14 anni, di Afragola, in provincia di Napoli: nel 2025 è stata uccisa dall’ex compagno, un ragazzo di 19 anni.

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