L'ADDIO
La morte del cane-eroe Bruno ha sconvolto l'Italia intera. Aveva 7 anni ed era un esemplare di Bloodhound, ma non era un semplice cagnolone come tutti gli altri. Nato in Belgio e addestrato in Svizzera è diventato un simbolo in tutta la penisola per lo straordinario aiuto che ha saputo fornire nel salvare vite umane. Un esemplare unico, grazie all'addestramento e alle capacità operative insegnate dal suo padrone Arcangelo Caressa, direttore tecnico nazionale del settore cinofilia e cinotecnica dell’Endas. Bruno viveva nella struttura di addestramento di Taranto sotto la sua cura.
Tra le sue gesta si ricorda quando salvò nove persone disperse (la maggior parte delle volte anziani malati di Alzheimer) nelle campagne. Ma era specializzato anche nel ritrovamento di cadaveri, e veniva chiamato in tutta Italia per questo tipo di prestazioni. Inoltre, ha collaborato con le forze dell'ordine nel sequestro di cani maltrattati o utilizzati nei combattimenti clandestini tra animali. La sua razza è conosciuta come cane molecolare, grazie al loro fiuto eccezionale (possiedono da 200 a 320 milioni di recettori olfattivi).
Il valore di Bruno è stato riconosciuto con tanto di premi e onorificenze, anche da parte della presidente del consiglio Giorgia Meloni, che sui social lo saluta così: "Una notizia che stringe il cuore. Un atto vile, codardo, inaccettabile. Grazie per tutto ciò che hai fatto, Bruno".
Bruno è stato ucciso da un boccone di wurstel carico di chiodi, che non hanno lasciato scampo al cane-eroe. La sua scomparsa è stata annunciata dallo stesso Arcangelo Caressa nella mattina di venerdì 4 luglio: "Oggi sono morto insieme a te, questa mattina ho ritrovato il corpo esanime di Bruno. Purtroppo Bruno è stato ucciso, gli hanno buttato dei wurstel con dei chiodi dentro. Non pubblico le foto di questa atrocità perché rimarreste scioccati. Lo avete ucciso facendolo soffrire per ore. Ciao amico mio, nella tua breve missione hai riportato a casa 9 dispersi. Sei stato premiato dalle massime autorità per il tuo lavoro. Hai lottano per una vita intera ad aiutare l'essere umano, e lo stesso umano ti ha fatto questo. Quando un vostro parente avrà bisogno di Bruno, lui non ci sarà. Ringrazio la Procura e le forze di polizia che congiuntamente stanno cercando i responsabili di questo atroce delitto. Ti voglio bene amico mio".
"Chiedo alle forze dell’ordine di compiere ogni sforzo perché il responsabile della morte del cane Bruno sia assicurato alla giustizia e ne risponda secondo le nuove norme della legge Brambilla, che prevede per chi uccide un animale adoperando sevizie o prolungandone volutamente le sofferenze fino a 4 anni di carcere e 60mila euro di multa". Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, Nm, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commenta la notizia dell’uccisione del cane-eroe Bruno. "Un’esca riempita di chiodi - ricorda l’on. Brambilla - ha dato a Bruno una morte orrenda, lunga e dolorosissima, per l’emorragia interna, proprio a lui che aveva salvato tante vite di uomini. Al pensiero di tale sconfinata efferatezza c’è da vergognarsi di appartenere alla razza umana. Probabilmente chi ha compiuto questo gesto nefando non lo ha fatto per cieca crudeltà, ma con uno scopo preciso, perché Bruno aveva contribuito a far sequestrare cani utilizzati nei combattimenti. A maggior ragione - prosegue la deputata - occorre individuare il colpevole e applicare la pena prevista dalla legge Brambilla. Lo dobbiamo a questo nobile animale, vittima di una mano ignobile e scellerata".
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