Caso Almasri
Bruno Vespa durante la puntata di Cinque Minuti
"L'arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l'approfondimento giornalistico di Rai1. Cosi non è informazione ma propaganda che sa di regime" sono le parole che risuonano nella nota dell'esecutivo Usigrai sulla puntata di Cinque minuti andata in onda giovedì 30 gennaio su Rai 1 e al centro del dibattito politico per i toni accesi del giornalista conduttore della trasmissione.
"Dalla Rai e dalle Redazione di Tg, Gr e Programmi deve arrivare ai cittadini una informazione completa e chiara sulle modalità e le responsabilità che ruotano intorno ai fatti. Le chiose di Vespa o i servizi che mettono in relazione fatti diversi non spiegano cosa sia accaduto, ma alimentano solo speculazioni che non fanno bene all'informazione di servizio pubblico e alla Rai", aggiunge l'Usigrai.
Il tema della puntata, finita al centro delle polemiche e del dibattito politico, era il caso Almasri e a commentare - al tavolo di Vespa - c'erano il portavoce di Europa Verde e Avs Angelo Bonelli e il viceministro alla Giustizia (FI) Francesco Paolo Sisto. Dopo un vivace scambio di idee tra i due ospiti del programma, con Bonelli che ha mostrato in diretta tv le foto delle persone torturate dal generale Amasri. Bruno Vespa in conclusione dei 5 minuti ha preso parola e chiuso la discussione dicendo: "Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno, ma che i parlamentari di tutti i partiti sanno, perché avvertiti, è che in ogni Stato si fanno cose sporchissime, anche trattando con i torturatori per la sicurezza nazionale. Questo avviene in tutti gli Stati del mondo".
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