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Il caso

Airbag difettosi, i giudici accolgono il ricorso dei consumatori. Ora la Citroen deve fare presto. La morte di Martina Guzzi

Ecco cosa rende pericolosi quelli che dovrebbero essere congegni salvavita. Migliaia di automobilisti ancora ignari dei rischi

Giuseppe Silvestri

12 Ottobre 2024, 12:17

Martina Guzzi

La 24enne Martina Guzzi

Airbag difettosi che esplodono all'improvviso causando gravi ferite e persino la morte di chi è a bordo dell'auto. La vicenda dei gonfiatori difettosi della Takata, in passato principale produttore del mondo, poi azienda fallita, va avanti da anni. Secondo il governo degli Stati Uniti sarebbero almeno 27 le persone uccise dagli airbag difettosi e più di 400 quelle rimaste ferite. Nel resto del mondo si contano 35 morti. In Italia quest'anno è stata registrata la prima vittima. Numerose aziende automobilistiche sono state costrette a richiamare le vetture per sostituire il sistema di sicurezza. In questa fase è la Citroen impegnata in una complessa campagna di richiamo, ma le cose non stanno andando bene. Secondo una stima, nel nostro Paese ci sono ancora 46 mila auto guidate da persone che non sono consapevoli del pericolo che stanno correndo.

Situazione considerata "non accettabile", al punto che il tribunale di Torino ha duramente bacchettato il Groupe Psa Italia, società controllata da Stellantis, in una ordinanza in cui la intima a prendere provvedimenti per informare i proprietari delle vetture e risolvere le criticità. Un'azione inibitoria è stata promossa dai sodalizi dei consumatori Codacons, Adusbef e Associazione utenti dei servizi televisivi e i giudici l'hanno accolta.

Gli airbag potenzialmente difettosi sono installati su veicoli Citroën C3 e Ds e Ds automobiles Ds3. Aspetto noto dal 2019. In sostanza contengono componenti che sono soggetti a degradazione tale che in caso di incidente possono schizzare "alla stregua di proiettili", frammenti metallici contro i passeggeri. Le campagne di richiamo in vari Paesi del mondo sono iniziate nel 2020. Per l'Italia, scrive la Corte criticando il "ritardo", si è aspettato "fino alla fine del 2023 sulla base di studi scientifici che alla prova dei fatti si sono rivelati inattendibili". Per ora il check-in è stato effettuato da 127 mila vetture su 173 mila. Sono molte, dunque, quelle che continuano a viaggiare con lo strumento che invece di essere salvavita è assolutamente pericoloso.

Ora Psa dovra individuare i proprietari che non hanno dato segni di ricezione della raccomandata, mettere a disposizione "entro 7 giorni" dalla eventuale richiesta auto sostitutive o voucher per il car-sharing, installare i nuovi airbag (non oltre il 31 gennaio 2025), pubblicare annunci su quotidiani e testate on line. I consumatori esultano della vittoria davanti ai giudici che difatto mette con le spalle al muro l'azienda automobilistica.

Lo scorso 28 maggio in Italia la 24 enne Martina Guzzi è morta a causa di un incidente stradale avvenuto a Catanzaro. Alla guida della sua vettura c'era il fidanzato, ma lo scontro in cui era rimasta coinvolta la loro Citroen C3 non era sembrato tanto violento da causare il decesso della giovane. Sono stati i periti a stabilire che la morte non è stata dovuta allo scontro, ma proprio al malfunzionamento dell'airbag. Il fidanzato di Martina, Andrea Rubiniaveva ricevuto dalla Citroen la lettera che lo invitava a portare la C3 in assistenza, assicura che aveva replicato rendendosi disponibile per sistemare il problema: “Ma da loro nessuna risposta”.

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