Il caso
Alessia Pifferi, chi è davvero la donna condannata in primo grado all'ergastolo per la morte della figlia Diana? Quale è la personalità della donna che ha abbandonato in casa per sei giorni la piccola di 18 mesi, lasciando che morisse di stenti? La 38enne nel processo di primo grado è stata giudicata colpevole e le è stata comminata la pena del carcere a vita. In Appello la difesa spera di riuscire a dimostrare che nel periodo della morte della bimba, la donna era incapace di intendere e di volere. In quei giorni Alessia si era allontanata per andare dal compagno, a Leffe, in provincia di Bergamo. Nonostante rientrò diverse volte a Milano, non andò mai a controllare la piccina, abbandonata nell'appartamento. La ritrovò senza vita il 21 luglio 2022, nel lettino da campeggio, con accanto il suo biberon. Alessia Pifferi e la figlia vivevano nella zona di Ponte Lambro. In passato aveva condiviso l'appartamento con la madre che poi si è trasferita a Crotone. A Milano vive ancora la sorella della donna. Stando ai racconti e alle testimonianze, dopo la nascita di Diana, Alessia Pifferi era cambiata molto. Aveva iniziato a curarsi di più, a spendere soldi, ad essere più attenta a come vestire, anche per una semplice uscita nelle strade del suo quartiere. Con il nuovo compagno l'amore era sbocciato da poco e rischiava di essere ostacolato dalla piccolina che ovviamente aveva bisogno di essere accudita e gestita, come qualsiasi altro bambino della terra. Al suo uomo Alessia Pifferi aveva giurato di non essere incinta nel periodo che si erano frequentati, prima del parto.
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