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Verso il G7 sulle disabilità, Oddera: "Moto in ospedale per riportare forza e sorrisi". Primo esperimento al Gaslini di Genova

Redazione Web

01 Settembre 2024, 17:10

mototerapia

“Il G7 Inclusione e disabilità sarà una grande opportunità per portare all’attenzione anche il tema delle terapie complementari. Sono onorato di poter partecipare alla prima giornata di questo evento storico voluto fortemente dal ministro Alessandra Locatelli che ringrazio”. Così Vanni Oddera, ideatore della mototerapia che presto sarà riconosciuta quale terapia complementare per rendere più positiva, più umana e meno dolorosa, l’esperienza dell’ospedalizzazione. “Il percorso di degenza o di riabilitazione dei pazienti, soprattutto dei più piccoli, è un momento delicato nella vita di ognuno. E’ fondamentale accrescere il benessere di una esperienza, talvolta drammatica o debilitante, in particolare per i bambini e i ragazzi con disabilità, ma anche per gli adulti. Nel 2014 riesco per la prima volta a portare una moto in un reparto oncologico-pediatrico all’Istituto Gaslini di Genova, da qui è nato il progetto Freestyle hospital – racconta Oddera -. Portare le moto in ospedale permette a tanti bambini ricoverati di dimenticarsi per un attimo della malattia. Da allora oltre 60 ospedali in tutta Italia, Londra, Mosca hanno aperto le loro porte alle moto”.

Ideata proprio da Vanni Oddera, uno dei massimi esponenti del Freestyle motocross al mondo, la mototerapia è nata nel 2009 durante un evento internazionale a Mosca e da allora insieme con il Team daboot che collabora al progetto, ha donato e continua a donare tanti sorrisi facendo sentire meno sole le persone, i bambini, e anche le loro famiglie. Oltre alle attività in corsia, ci sono le giornate di mototerapia per ragazzi, famiglie e associazioni in giro per tutto il Paese. Il 5 aprile 2020, durante la pandemia, è nata anche la mototerapia take-away. La moto ha raggiunto oltre 8 mila famiglie in tutta Italia direttamente a casa per riportare un po’ di normalità. “Ad oggi – sottolinea Oddera – grazie alla mototerapia oltre 60 mila ragazzi con disabilità hanno potuto condividere questa emozione migliorando la loro qualità di vita”. “La cosa più bella che ho notato in questi anni – racconta – è la capacità aggregativa delle giornate che organizziamo. Le famiglie si conoscono, si ritrovano, condividono e iniziano a fare rete e diventano una vera grande famiglia, anzi una grande comunità che ormai conta migliaia di persone, e questo è il motivo che ci spinge ad andare avanti e a dare sempre di più”. Gioia, emozioni, a volte pura adrenalina ed energie nuove che si espandono per dare forza e motivazione nella vita di tante persone. “Si tratta di un progetto che richiede passione ed esperienza per portare i ragazzi con disabilità in sella ad una moto, per entrare nelle corsie di un ospedale, per offrire una dimensione di vita che per qualche ora possa essere esattamente quella esperienza in cui desiderano essere protagonisti”, evidenzia Oddera.

Ecco perché c’è una proposta di legge, già approvata in aula alla Camera dei deputati, e che ora è in 10° commissione permanente al Senato, senza oneri economici, ma che garantirà linee guida indispensabili per il corretto svolgimento della mototerapia, che sempre di più è presa ad esempio, e soprattutto in sicurezza e nel rispetto della dignità della vita di ogni persona. “Il riconoscimento della mototerapia può essere un modello di esempio per il riconoscimento di tante altre terapie complementari che ormai da tempo si svolgono e sono riconosciute come tali dall’attenzione comune di specialisti, associazioni e famiglie, ma che soprattutto attendono un percorso chiaro, omogeneo e legittimato”, spiega Vanni Oddera. “Non si può far provare delle emozioni così belle e gratificanti ai bambini e ai ragazzi e poi sparire, io cerco di mantenere i rapporti con molte delle famiglie che incontro e ognuna rappresenta una storia di vita e di forza bellissima per me. Dobbiamo dare continuità e dignità alla mototerapia come terapia complementare perché questo apre la strada anche a tutte le altre terapie complementari che si svolgono negli ospedali e a domicilio o presso altre strutture o enti. Insieme con tutte le famiglie che aderiscono alle nostre attività siamo fiduciosi che presto questo riconoscimento possa avvenire almeno per garantire la legittimità e la sicurezza che queste attività devono rispettare”. “Ringrazio il ministro Alessandra Locatelli perché saremo ospiti del G7 Umbria presso il Serafico di Assisi e invito tutti a vedere con i propri occhi l’emozione e l’energia che questi momenti possono determinare – conclude Vanni Oddera -. Ringrazio moltissimo anche il presidente Francesca Di Maolo per l’invito. Abbiamo già avuto modo di fare attività presso il Serafico in due occasioni e la mattina del 14 ottobre saremo di nuovo presenti con gioia per la mototerapia con i bambini e ragazzi di tutto il territorio umbro e che arriveranno anche da altre regioni”.

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