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CALCIO SERIE C

Leo si presenta a Gubbio, il diesse: "Costruiamo una squadra con spirito ceraiolo"

13 Luglio 2025, 06:00

Leo si presenta a Gubbio, il diesse: "Costruiamo una squadra con spirito ceraiolo"

Il diggì Giuseppe Pannacci e Mauro Leo

Voglio una squadra composta da giocatori che abbiano lo spirito ceraiolo e che in ogni partita ci sia la grinta, la determinazione, l’amore e l’attaccamento alla divisa che i ceraioli hanno ogni 15 maggio”. Si è presentato così in sala stampa Mauro Leo, il nuovo direttore sportivo del Gubbio. Completo blu, sciarpa rossoblù al collo e grinta da vendere. “Ringrazio il presidente Notari, il direttore generale Pannacci, tutto il club, i segretari, i magazzinieri, i collaboratori, tutti - ha detto -; sono contento di essere a Gubbio, una scelta fatta con il cuore. Quando il presidente mi ha prospettato l’ipotesi gli ho detto subito di sì perché ero contento, perché 25 anni fa avevo conosciuto una comunità e avevo iniziato ad apprezzare la città, la sua gente, gli eugubini. Tutto questo perché mio fratello Antonio era un calciatore del Gubbio, giocava centravanti nella squadra di una città piena di valori e la cui gente stava in maniera calda e affettuosa vicino alla squadra”.


- Direttore, con quale spirito arriva a Gubbio dopo che ha lavorato in A con big come Mourinho, Marotta, Paratici, Cherubini, con Conte e per club come Espanyol, Juve, Inter e Roma?
La prima dote che bisogna avere, non solo nel calcio ma anche nella vita, è l’umiltà. L’ho detto e lo ripeto: quando Notari mi ha telefonato non ci ho pensato un attimo ad accettare. Lui è ambizioso, il Gubbio ha un progetto ambizioso. Io devo dimostrare qui quello che so fare e per me dire di sì è stato un qualcosa di speciale: sono contento e orgoglioso di rappresentare questi colori. La serie A? Se mi fermo a quello che ho fatto non andrò mai da nessuna parte e soprattutto non sarà servito a niente. Se invece metto a disposizione del club la mia esperienza e contribuisco a farlo crescere allora sì che tutto ha avuto, ha e avrà un senso. Si può crescere insieme e io potrei essere la miccia della crescita di questo club. E questa è tanta roba.


- Diceva delle ambizioni: quale traguardo le è stato chiesto di tagliare?
Non ci siamo posti un obiettivo di classifica. Ma obbiettivi a livello umano sì: i calciatori dovranno giocare con lo spirito che dicevo prima, dovranno sentirsi parte non solo di un progetto tecnico, ma di un territorio, di una città, della storia, delle tradizioni eugubine.


- Primo tra tutti riportare la gente allo stadio.
Certo. Abbiamo iniziato a lavorarci e ci lavoreremo tutti i giorni. Abbiamo già avuto incontri con i responsabili marketing e della comunicazione. Ci saranno difficoltà? È normale, ma se lavoriamo insieme le supereremo. Metteremo impegno, dedizione e attenzione ai tifosi, vorremmo coinvolgere tutta la città.


- Che squadra sarà il nuovo Gubbio? Finora sono arrivati 6 giovani di prima fascia.
Con le nuove regole gli Under di qualità sono richiestissimi anche in B, per questo dovevamo fare presto. La ricetta? Un giusto equilibrio con gli Over che per noi sono importanti e aggiungo che quelli che abbiamo sono di qualità. Cosa farà la differenza? Il giusto equilibrio tra tutte le componenti, la saggezza di un presidente che è il primo tifoso, che arriva quasi a trascurare le sue aziende per il Gubbio, che non ci fa mancare nulla, poi l’impegno, l’onestà e la voglia di sentirci tutti squadra, di remare tutti dalla stessa parte.


- Ci sono elementi, come Corsinelli, che sono richiesti da diverse squadre...
Lo dicevo prima: i nostri Over valgono. Nel caso specifico il club è stato molto chiaro: Corsinelli per noi e per Di Carlo, che è entusiasta come me di questa nuova avventura, è incedibile. A meno che la società che è interessata non proponga una contropartita economica irrinunciabile.


- Per concludere: Gubbio linea verde sì, ma anche qualche top player?
I sei Under sono prime scelte e tra questi due, Podda e Ghirardello, sono di proprietà e sono arrivati senza tirare fuori soldi. Le dinamiche del mercato sono in continua evoluzione e per gli Over i nostri, lo ripeto, sono davvero bravi. Ciò non toglie che staremo sempre con le antenne dritte e se ci sarà la possibilità di azzeccare un colpo non ci faremo trovare impreparati.

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