Territorio
Uno dei punti nei quali sono affiorati i pesci morti
Di fronte alla moria di pesci, in particolare della specie carassio, che tra alti e bassi da alcune settimane sta interessando il lago Trasimeno (recentemente è giunta una segnalazione da Sant’Arcangelo di Magione), il presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, Sandro Pasquali, ha voluto fare il punto della situazione. Innanzitutto sulle cause di tale fenomeno che quest’anno si è verificato in anticipo rispetto agli anni passati e in maniera anche più rilevante.
Sandro Pasquali presidente dell'Unione dei Comuni del Trasimeno
“Da parte di Regione Umbria, Usl Umbria 2 e Arpa – fa sapere Pasquali – c’è in corso un monitoraggio attento per tenere sotto controllo il fenomeno e accertarne le cause. Quasi sicuramente, questo è dovuto alla scarsa ossigenazione delle acque che, a sua volta, favorisce la proliferazione di alcuni batteri in questa specie di pesce”. Chiarite le cause, Pasquali spiega quindi le problematiche legate alla sua gestione. “Abbiamo attivato una task force – ricorda il presidente dell’Unione – composta da Agenzia forestale regionale, pescatori e Protezione civile per la raccolta dei pesci morti. Il problema è però legato allo smaltimento di tali carcasse. Sono, infatti, ancora da chiarire molti aspetti che rendono difficile agire tempestivamente e non ci permettono di quantificare le risorse necessarie per tali interventi. Non è, infatti, ancora chiaro come siano classificati tali pesci morti, se ad esempio come sottoprodotto alimentare o come semplice rifiuto, e tale distinzione può incidere enormemente sui costi di smaltimento, al punto da rendere addirittura insostenibile tale attività senza risorse esterne”.
In attesa di tali chiarimenti, sono comunque tutt’ora attive le squadre della task force. “L’intervento che abbiamo messo in campo – sottolinea Pasquali – sta funzionando e dopo che giungono le segnalazioni si riesce a intervenire e ripulire le aree con una buona celerità. Molto, però, dipende dalle correnti, dai venti e dagli agenti atmosferici, così che ci possono essere giornate in cui si accumulano molti pesci e l’attività di rimozione diventa più difficile vista la mole maggiore di lavoro. Ma la vera soluzione a tale problema va vista nel medio lungo periodo con interventi che consentano una migliore ossigenazione del Trasimeno”.
Moria di pesci anche nella zona di Sant'Arcangelo di Magione
In questo senso, Pasquali ritiene “molto positivo l’accordo che la Regione Umbria sta per chiudere sull’adduzione di acqua da Montedoglio”. Resta il problema della manutenzione delle sponde: “Serve una legge speciale specifica per il lago Trasimeno – è tornato a chiedere Pasquali – che consenta di intervenire dove e quando necessario, in base alle peculiarità di tale territorio, e che metta a disposizione le risorse necessarie. Attualmente, per sistemare una sponda servono almeno sei mesi di pratiche burocratiche”.
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