UMBRIA
Eugenio Giani, presidente Regione Toscana
Incontriamo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a Firenze per un’intervista su alcuni temi del momento che interessano prevalentemente i territori dell’Aretino e del Senese, ma anche l’Umbria e non solo. Giani ci accoglie nel salotto del suo ufficio al piano nobile di palazzo Strozzi di Mantova dove si siede su una poltrona d’artista che riproduce un grande giglio viola aperto, il giglio della Fiorentina: “E’ il regalo più bello che ho ricevuto negli ultimi anni. Nel 2002, insieme a Leonardo Domenici, allora sindaco di Firenze, ho contribuito alla rinascita della Fiorentina. E capite... il mio cuore è viola, non posso proprio non sedermi qui”.
- Presidente Giani, nei mesi scorsi si è parlato della possibile istituzione di un treno diretto tra Arezzo e Siena, addirittura entro questa estate. È davvero possibile?
Sì, è possibile. Perché ci stiamo lavorando da tempo con Lfi - La Ferrovia Italiana, la società di gestione ferroviaria nata su iniziativa dei comuni della provincia di Arezzo, che già oggi gestisce una parte significativa dei servizi, ad esempio quelli dal Casentino ad Arezzo e poi verso Sinalunga. In questo caso, stiamo lavorando per estendere il collegamento fino ad Arezzo e, conseguentemente, fino a Siena. Dopo il rinnovo della concessione a Lfi -La Ferrovia Italiana da parte della Regione Toscana per l’area che già copriva, l’obiettivo è proprio quello di avere un treno diretto. Tutto questo rientra in un più ampio progetto per accelerare lo sviluppo ferroviario e, in prospettiva, realizzare un collegamento ancora più diretto dal punto di vista infrastrutturale tra le città di Siena e Arezzo.
- Passiamo dal ferro alla gomma. Capitolo superstrada Due Mari, la E78 Grosseto - San Giustino - Fano: decenni di attesa, lavori a singhiozzo e ancora polemiche. Il completamento sembra lontano, tra ricorsi e lentezze burocratiche. Possibile che non si possa fare nulla per accelerare un’infrastruttura considerata fondamentale per la Toscana, ma anche per Umbria e Marche?
Mi sono impegnato molto quando ho trovato ministri disponibili a investire. Parlo di ministri perché la Due Mari è di competenza di Anas, quindi dell’Agenzia Nazionale delle Strade. Un presidente di Regione può avere un rapporto diretto con Anas solo nella misura in cui questo è sostenuto dal ministro, perché Anas risponde direttamente a lui. Con il ministro Enrico Giovannini (governo Draghi - n.d.d.) riuscimmo a far partire i tre lotti mancanti nel tratto da Grosseto a Siena. Gli ultimi lavori di questi lotti sono in corso e, entro la fine del 2026, sarà finalmente completato il tratto con due corsie per senso di marcia.
Tuttavia, come lei correttamente osserva, quello che doveva partire ora sta subendo rallentamenti, come lei ha giustamente sottolineato. Ho la sensazione che Anas sia stata indirizzata a prosciugare i capitoli di spesa per dirottarli verso il Ponte sullo Stretto. Il paradosso è che il ministro (il riferimento è a Matteo Salvini, n.d.d.), che dovrebbe sostenere lo sviluppo del Centro-Nord, sembra ignorare le esigenze di regioni come Toscana, Umbria e Marche, perché la priorità è il Ponte di Messina.
Questa è una situazione inaccettabile, perché ora servono le risorse per portare avanti progetti già definiti e pronti per la realizzazione: il lotto zero di Siena; il bypass di Siena con due corsie, il completamento della tratta Arezzo-Palazzo del Pero; e il collegamento Monterchi-Città di Castello.
Inoltre, anche se questi lavori non sono sul territorio della Toscana, sono con i presidenti di Umbria e Marche, Stefania Proietti e Francesco Acquaroli, che attendono ancora il completamento della galleria della Guinza, fondamentale per il completamento di tutta la Due Mari. Personalmente, come presidente di Regione, più di questo non posso fare: serve un chiaro indirizzo ministeriale che dia ad Anas risorse e volontà di agire. Solo completando la Due Mari si può risolvere anche un problema storico: l’Italia è ben collegata verticalmente, ma manca di connessioni orizzontali. La Due Mari è vitale per l’economia e lo sviluppo turistico dell’Italia di Mezzo: Toscana, Umbria e Marche. Ma a beneficiarne sarà l’intero Paese.
- E78 a parte, per la viabilità ordinaria dell’Aretino e del Senese, ci sono novità in vista?
Sì. Lasciando da parte Anas e la viabilità nazionale, entro nell’ambito regionale, dove possiamo intervenire direttamente.
Durante il mio mandato ho puntato molto sul miglioramento delle connessioni tra Toscana e Umbria. E ora abbiamo quasi concluso i lavori della tangenziale di Cortona, un’infrastruttura che consentirà alla Valdichiana di avere uno sbocco più rapido verso la Bettolle - Perugia, il principale asse di collegamento dell’area.
- Quando verrà inaugurata?
Prima dell’estate. Sarà un’occasione per confrontarci anche con la presidente dell’Umbria, Stefania Proietti, su altri temi cruciali come la gestione delle acque di Montedoglio e la stazione Medioetruria, un nodo ferroviario su cui possiamo e dobbiamo trovare una soluzione congiunta.
- Sanità. Il nuovo direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, Marco Torre, ha subito sottolineato che in alcuni presidi si registrano carenze di personale, ad esempio nel pronto soccorso dell’ospedale San Donato di Arezzo. È ipotizzabile un piano di assunzioni?
Gestisco la sanità regionale, come ogni presidente di Regione, cercando un equilibrio tra costi e ricavi. La principale entrata delle aziende sanitarie è il Fondo sanitario nazionale, che con l’attuale governo è sceso al 6,2% del Pil, mentre nel 2021 con il ministro Roberto Speranza (governi Conte 2 e Draghi - n.d.d.) era al 7%. Questa riduzione ci obbliga a comprimere alcune voci di spesa. In Toscana non abbiamo tagliato, ma mantenuto i servizi ai livelli attuali, investendo oltre 310 milioni di euro dal bilancio regionale, sottraendoli a settori come istruzione, cultura, sport e rigenerazione urbana. Marco Torre è persona che ha tutta la mia più grande fiducia. Valuterò con attenzione la possibilità di nuove assunzioni per garantire il livello dei servizi nelle aree meno densamente popolate, come quella dell’Asl Toscana Sud Est. Tuttavia, ogni nuova spesa dovrà essere compensata da tagli in altre voci. Per cui ci ragioneremo bene e c’è la mia massima disponibilità ad ascoltare le osservazioni di Torre per consentirgli di lavorare al meglio.
- Monte dei Paschi di Siena è tornata in salute e ha lanciato un’offerta per acquisire Mediobanca. Quali sono le sue valutazioni in merito? E non c’è il rischio che una banca più grande, orientata su Milano, rischi di lasciare indietro il territorio senese e la Toscana?
Al contrario, vedo in questa operazione la conferma che il Monte dei Paschi sta finalmente camminando sulle proprie gambe, tornando a essere un presidio bancario di primo piano in Italia. Nel 2020 scesi in piazza per contrastare la cessione delle quote statali a Unicredit, che avrebbe assorbito il Monte dei Paschi cancellandone identità e radicamento locale. Oggi, invece, la banca è autonoma e pronta a espandersi. Merito di un consiglio di amministrazione valido. Guardo, quindi, con simpatia alle nuove attività di Mps e al lavoro del suo amministratore delegato Luigi Lovaglio. E sono certo che il legame di Mps con il territorio è così forte da sempre che resterà forte anche in futuro.
- Lei, recentemente, ha proposto un consorzio per acquisire lo stabilimento ex Beko di Siena e salvare i posti di lavoro, ma il governo sembra puntare su Invitalia. Perché ritiene il consorzio la soluzione migliore?
Avevo lanciato l’idea di un consorzio perché questo permetterebbe di coinvolgere 300 lavoratori nel processo di riconversione, incentivando la ricerca di nuovi investimenti e progetti industriali. Tuttavia, se Invitalia dovesse intervenire direttamente, sarei favorevole. E metterei da parte la proposta del consorzio. L’importante è che ci sia un soggetto pubblico a farsi carico della proprietà per favorire ulteriori investimenti.
- Siena attende da anni una seconda mensa universitaria, ma senza la vendita della struttura di via Bandini non si sbloccheranno i fondi regionali per il nuovo complesso fuori Porta Romana. La Regione può intervenire?
Abbiamo già previsto le risorse per la nuova mensa. Nel periodo transitorio, i voucher garantiranno una soluzione temporanea. La nuova struttura sarà vicina all’Università per Stranieri, bilanciando l’offerta di pasti tra le due università della città.
- Le principali città del sud - est della Toscana – Arezzo, Siena e Grosseto – sono amministrate dal centrodestra. Il centrosinistra fatica a organizzare un’opposizione concreta e incontra difficoltà nella scelta dei candidati per le prossime elezioni comunali, ritrovandosi talvolta in balìa dei movimenti civici. A suo avviso, quale strategia dovrebbe adottare il centrosinistra, a partire dal Pd, per tentare la riconquista di questi capoluoghi?
La soluzione sta nell’aprirsi a personalità che non provengono necessariamente dal Pd e dai partiti di un’eventuale coalizione, ma che possano interpretare un’aspirazione di progresso e coinvolgimento della società civile. Per le prossime tornate elettorali ritengo essenziale individuare figure radicate nel territorio, senza l’obbligo che abbiano già un’esperienza partitica consolidata.
Il Partito democratico, in particolare, deve avere la capacità di essere un partito aperto, non chiuso nelle sue dinamiche interne. Se guardiamo la provincia di Siena, il centrodestra ha conquistato la città capoluogo per due mandati consecutivi, ma su 35 comuni ben 30 sono guidati dal centrosinistra.
Una situazione diversa rispetto ad Arezzo e Grosseto, dove il centrodestra sembra aver consolidato una presenza più forte. Tuttavia, questa non si è tradotta in una reale integrazione tra i sindaci e i partiti di governo. Apprezzo personalmente figure come quelle dei sindaci Alessandro Ghinelli ad Arezzo e Antonfrancesco Vivarelli Colonna a Grosseto, ma vedo che nei partiti del centrodestra non hanno trovato un reale riconoscimento. Questo dimostra che il centrodestra non è in grado di valorizzare adeguatamente le personalità emergenti del territorio. Nelle prossime elezioni, ad Arezzo, ma poi anche a Grosseto, si arriverà comunque a un cambio di sindaco. Il centrosinistra dovrà fare ciò che il centrodestra non è riuscito a fare: dare spazio a candidati che rappresentino realmente queste città straordinarie, con grandi potenzialità di sviluppo, presentando un’alternativa credibile e aperta.
- Presidente, la incontriamo dopo giorni particolarmente difficili per Firenze e la Toscana. La sua regione è stata colpita da eventi meteo estremi: Firenze è stata minacciata dall’Arno e molte aree della Toscana hanno subito danni gravissimi per le alluvioni e i fiumi in piena. Il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ha sollecitato la Regione sulla sicurezza degli invasi, sottolineando la necessità di nuovi interventi. Quali misure concrete si possono adottare per mitigare il rischio idrogeologico e garantire maggiore sicurezza al territorio?
Lo scolmatore dell’Arno ha funzionato perfettamente, salvando Pisa grazie agli interventi realizzati dalla Regione Toscana. Quindi, piuttosto che criticare, il ministro Musumeci e il governo dovrebbero aiutarci a finanziare le opere necessarie nei territori più vulnerabili. Musumeci ha dichiarato che bisogna fare di più per la sicurezza idrogeologica. E concordo sul fatto che sia necessario intervenire, ma lo scolmatore che lui ha preso di mira ha dimostrato di essere un’infrastruttura strategica, grazie ai lavori realizzati negli ultimi anni. Se fino a vent’anni fa era solo un’area di laminazione incapace di convogliare l’acqua direttamente in mare, oggi, grazie agli interventi sugli argini e sul fondo, ha evitato il peggio per Pisa.
Dopo la nuova alluvione dei giorni scorsi, ho visitato il Mugello, una delle aree più colpite. I danni sono stati ingenti, specialmente lungo il fiume Sieve. Parlando con i sindaci, ho potuto constatare come diversi impianti sportivi, centri sociali e zone industriali siano stati devastati e non potranno essere ricostruiti nello stesso luogo. Questo conferma la necessità di un monitoraggio capillare per ripensare la collocazione delle infrastrutture pubbliche. Come presidente, sto lavorando a una legge regionale sui Pacc - Piani di adattamento ai cambiamenti climatici -, che obbligherà i Comuni toscani a mappare, in maniera dettagliata, le aree a rischio per poter poi riposizionare infrastrutture pubbliche in zone più sicure. Con la nuova legge regionale obbligheremo i sindaci a effettuare questa mappatura, individuando soluzioni per la sicurezza del territorio. E la legge regionale sui Pacc, che stiamo elaborando in Toscana, dovrebbe essere adottata anche a livello nazionale perché così si può affrontare in modo strutturale l’emergenza climatica e la necessità di sicurezza idrogeologica in tutto il Paese.
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