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Cronaca

Spoleto, muore a 47 anni punto da un'ape

A perdere la vita Luca Federici, deceduto a seguito di uno shock anafilattico. Inutili i tentativi dei sanitari del Pronto soccorso durati oltre un'ora

15 Marzo 2025, 10:30

Spoleto, muore a 47 anni punto da un'ape

Muore a seguito di uno shock anafilattico dopo che una delle sue api gli si infila sotto il casco giallo e lo punge al collo. Ha perso la vita così ieri pomeriggio, giovedì 13 marzoLuca Federici, spoletino di 47 anni, che i medici del Pronto soccorso cittadino hanno tentato in ogni modo di rianimare, arrendendosi dopo un’ora e dieci di manovre al tragico decesso. Federici, titolare di un’azienda agricola, già alcuni anni fa aveva avuto un precedente shock anafilattico a seguito di una puntura di insetto e per questo, oltreché per poter produrre miele in sicurezza, si era sottoposto al cosiddetto percorso di desensibilizzazione, al termine del quale gli è stata fornita la "penna" di adrenalina termostabile da iniettarsi in caso di puntura e comparsa dei sintomi. Ieri pomeriggio, però, l'uomo non aveva con sé quel farmaco considerato salvavita.

In base a quanto è stato possibile ricostruire, Federici era andato nel terreno in cui teneva le proprie arnie per compiere un intervento, indossando regolarmente sia la tuta che il casco da apicoltore. Tuttavia, durante il lavoro una delle api gli si è infilata tra i due pezzi della tuta gialla, pungendolo al collo. Il 47enne avrebbe quindi subito assunto antistaminici e cortisone, i due farmaci che in quel momento aveva con sé, ma che non hanno efficacia in questi casi, come confermano dal Pronto soccorso.

Con la comparsa dei sintomi, questo è emerso dalla filiera dei soccorsi, Federici ha chiesto alla persona che era con lui di essere accompagnato rapidamente in Pronto soccorso in auto. Lungo la corsa verso il San Matteo degli Infermi la situazione è precipitata ed è stato allertato il 118, che però, dopo aver valutato la posizione dell’auto, ha stabilito che fosse più rapido proseguire così senza perdere secondi preziosi per il trasbordo in ambulanza. Quando l’auto è arrivata davanti il Pronto soccorso Federici era già in “gasping”, sostanzialmente era incosciente.

All’esterno del presidio c’era ad attenderlo un’equipe del Pronto soccorso guidata direttamente dal primario Chiara Busti: lei aveva già in mano una siringa carica di adrenalina che gli ha somministrato ancor prima che l’uomo fosse portato fuori dall’auto. Federici è stato quindi trasferito in Sala rossa, dove sono arrivati anche il rianimatore e il cardiologo di guardia, che per 70 minuti hanno compiuto vari tentativi di rianimazione, compresa l’ulteriore somministrazione di varie dosi di adrenalina. Dopo 20 minuti è stato anche richiesto l’intervento a Spoleto dell’elisoccorso, pensando di poterlo sottoporre alla procedura di Ecmo in altro presidio, che era considerata l'ultima speranza, ma poco dopo alcuni parametri dell'uomo erano diventati incompatibili anche con quel trattamento. I medici e gli infermieri hanno proseguito a lungo fino a quando si sono dovuto arrendere all’evidenza, procedendo alla constatazione del decesso, che ha gettato nello sconforto la sua famiglia, gli amici più cari e le tante persone che Federici conosceva. 

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