CALCIO SQUALIFICHE
Il giudice sportivo ha reso note le decisioni dopo il fine settimana di partite nei campi dell'Umbria. Pugno duro sulla Narnese, punita al termine del match peraltro vinto con l'Ellera per 3-2 con una gara da disputare a porte chiuse e 1.500 euro di multa, perché "al rientro nello spogliatoio che si trova sotto la tribuna dei tifosi della Narnese, venivano lanciati oggetti nei confronti dei giocatori della squadra ospitata (tra cui bottiglie di plastica con acqua, bistecche, ossa delle stesse, panini) colpendo anche l'assistente e provocandogli dolore. La sanzione - si legge nel comunicato - è stata determinata tenendo conto, ex art.18 CGS, delle plurime recidive della Narnese, essendole già state comminate varie ammende durante la corrente stagione". Così in Eccellenza, altra maxi sanzione per il Cerqueto, nel campionato di Promozione (girone B). La società è stata punita con 2 partite da disputare a porte chiuse e 1.500 euro di multa "in quanto dal 30' del primo tempo e sino al termine della gara i sostenitori insultavano gravemente l'arbitro e lo minacciavano ripetutamente di morte. Quindi, a fine gara, l'arbitro era costretto a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine in quanto fuori dai cancelli erano presenti circa 40/50 sostenitori del Cerqueto in assembramento ostile, alcuni con le giacche sociali, i quali lo aspettavano minacciosamente; inoltre era stata posizionata volutamente una auto davanti al cancello allo scopo di non far passare i direttori di gara con la loro. Appena usciti dagli spogliatoi, mentre questi ultimi si stavano dirigendo alla macchina, i sostenitori del Cerqueto iniziavano ad insultarli ed a minacciarli nel modo sopra citato; inoltre una persona con la giacca del Cerqueto si avvicinava faccia a faccia all'arbitro e urlava di non scrivere niente di quanto accaduto, accusandolo di essere un disonesto ed un incapace - si legge nel comunicato del giudice sportivo -. Allorquando le forze dell'ordine riuscivano a far spostare la macchina davanti al cancello e questo veniva aperto, entravano molte persone circondando la vettura dove si stava allontanando l'arbitro, continuando con le offese e le minacce e colpivano ripetutamente i finestrini e le portiere con manate e sputi. Con l'aiuto delle forze dell'ordine, arbitro e assistenti riuscivano a lasciare il parcheggio interno dello stadio ma, una volta fuori nella strada, la stessa auto di prima si rimetteva volutamente in mezzo al passaggio impendendo ai direttori di gara nuovamente di allontanarsi, dando così modo ai tifosi che li stavano seguendo a piedi di continuare nel comportamento sopra descritto. Solo grazie nuovamente all'intervento delle forze dell'ordine si spostavano sia le persone che la macchina e l'arbitro e gli assistenti si potevano allontanare ma sempre scortati, in quanto la stessa auto li seguiva abbagliandoli e suonando ripetutamente il clacson. Arrivati scortati al bivio per Gubbio ad alcuni km dallo stadio mentre i carabinieri interrompevano la scorta, arrivava una macchina con alcuni tesserati del Cerqueto che suonava ripetutamente il clacson ed alcune persone applaudivano per scherno mostrando il dito medio fuori dal finestrino".
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