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La speleologa Ottavia Piana salvata dall'infermiera folignate Sara Trasciatti. Il racconto: "Era il mio primo intervento in grotta"

La ventottenne faceva parte della spedizione del Sasu (Servizio alpino speleologico umbro) nell'Abisso Bueno Fonteno

Andrea Pescari

18 Dicembre 2024, 13:14

La speleologa Ottavia Piana salvata dall'infermiera folignate Sara Trasciatti. Il racconto: "Era il mio primo intervento in grotta"

Sara Trasciatti e le operazioni di soccorso

C'è anche l'umbra Sara Trasciatti tra le protagoniste del salvataggio di Ottavia Piana, coinvolta in un incidente durante un'esplorazione nell'Abisso Bueno Fonteno (Bergamo), dove è rimasta bloccata a circa 200 metri di profondità a partire da sabato 14 dicembre. La 28enne, originaria di Foligno (contradaiola del Rione Giotti) e infermiera del Sasu (Soccorso alpino speleologico umbro) ha avuto un ruolo cruciale nelle operazioni e ha assistito la speleologa ferita per tutta la fase finale, culminata con l'uscita dalla grotta. "Ero molto emozionata, è stato il mio primo intervento ufficiale in grotta - ha raccontato in un'intervista ad Alfredo Doni e Paola Costantini ai microfoni di Radio Corriere dell'Umbria nel corso del programma Umbria in diretta - Il mio è stato solo l'ultimo tassello di una lunga collaborazione tra professionisti che si è susseguita in questi giorni. Fin da subito abbiamo cercato tutti di entrare in sintonia con la speleologa ferita, e il momento più emozionante è stato quando siamo usciti e l'abbiamo vista abbracciare il fidanzato. C'è stata anche un pò di commozione da parte di tutti quanti noi".

Sara Trasciatti insieme ai sanitari e al tecnico nella tendina all'esterno della grotta

In merito all'operazione che l'ha vista coinvolta: "Siamo partiti dall'Umbria con due squadre, io sono entrata in grotta alle ore 19 di ieri (martedì 17 dicembre) e siamo uscite questa notte alle ore 3. Insieme a me all'interno della grotta, nell'ultima fase del recupero, c'erano persone e professionisti provenienti da tutta Italia. Per farvi capire, il medico che era con me era sardo e ha attraversato tutta Italia per soccorrere Ottavia. Siamo un pò provati, ma sicuramente il nostro tratto è stato più corto rispetto a quelli eseguiti da altri nostri colleghi. C'è chi è rimasto in grotta per 24 ore". 

Il percorso professionale di Sara Trasciatti. "Mi sono laureata in Infermieristica e dal 2018 ho iniziato speleologia. Sono serviti grande impegno e tanta formazione ed esercitazioni. Tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 sono entrata a far parte del Sasu, sia come speleologa che come infermiera del soccorso alpino e tutt'ora ne faccio parte. E sono estremamente orgogliosa di far parte di questa famiglia".

E sull'ipotesi se sia mai venuta a mancare la speranza di portare a termine l'operazione di salvataggio di Ottavia... "Assolutamente no, confidavamo anche nella fiducia della ferita stessa, poi ovviamente siamo stati fortunati perché i parametri vitali sono sempre rimasti stabili e le competenze dei tecnici che avevamo vicino ci hanno permesso di portare a termine il soccorso. Ottavia è rimasta sempre vigile tranne due brevi momenti in cui ha perso coscienza, e la difficoltà principale è stata doverla mettere verticale in alcuni tratti della grotta". 

E sugli attacchi social per chi fa questo tipo di attività, Sara spiega che come ogni attività comporta dei rischi e purtroppo gli incidenti capitano a chi ha una grande frequenza nell'effettuare questo tipo di sport "come per un motociclista che cade e si infortuna, il primo pensiero è quello di tornare a correre, lo stesso vale per noi, se siamo vittime di un incidente appena abbiamo possibilità e capacità torniamo in grotta perché è la nostra passione".

Il salvataggio

La nota del Corpo nazionale del Servizio alpino speleologico sul salvataggio: Alle ore 2:59 del 18 dicembre i soccorritori hanno raggiunto l’uscita insieme alla barella con la speleologa infortunatasi in un’area esplorativa della grotta Abisso Bueno Fonteno nel pomeriggio di sabato scorso.

Le attività di soccorso, iniziate alla mezzanotte del 15 dicembre, si sono concluse in anticipo rispetto alle tempistiche stimate e hanno visto l'impiego di 159 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico provenienti da 13 regioni italiane. Determinante è stata la sinergia tra le varie squadre che si sono avvicendate durante la missione di recupero, in cui la donna infortunata è stata costantemente monitorata e assistita da un totale di 6 medici e 8 infermieri del Soccorso Alpino e Speleologico. Una volta uscita dalla grotta, la barella è stata trasferita dalle squadre del Soccorso Alpino e Speleologico in un’area in cui i Vigili del Fuoco hanno predisposto un punto idoneo al recupero dell'elisoccorso tramite verricello. La donna, una volta presa in carico dall’eliambulanza di AREU 118, è stata trasportata presso l’Ospedale di Bergamo.

Le operazioni di soccorso si sono protratte ininterrottamente per 75 ore. Si ringraziano per la collaborazione e il supporto AREU 118, la Prefettura di Bergamo, i Vigili del Fuoco, i Carabinieri, il Comune di Fonteno e la Protezione Civile locale.

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