Mercoledì 22 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Esteri

Gli umbri nella Spagna devastata dall'alluvione tra fango e disperazione: "Situazione tragica nel territorio di Valencia"

Le testimonianze di tre cittadini che si trovano in terra iberica

Gabriele Burini

01 Novembre 2024, 12:00

alluvione valencia spagna

L'alluvione ha devastato la Spagna e in particolare la Comunità Valenciana (foto LaPresse)

C’è chi non è riuscito a rientrare a causa di treni annullati, chi ha trovato gli scaffali dei supermercati svuotati e chi si è rimboccato le maniche ed è sceso in strada andando ad aiutare nelle zone più colpite. Nella Spagna flagellata dal maltempo ci sono anche alcuni umbri. Tutti, fortunatamente, non hanno avuto conseguenze dirette dalle forti piogge che hanno colpito soprattutto la Comunità Valenciana, dove a ieri, giovedì 31 ottobre, la conta dei morti è salita a 155 (158 in tutta la Spagna). Ma la fotografia che arriva da chi si è imbattuto in prima persona sulla Depressione isolata di alto livello, il fenomeno metereologico che ha causato morte e distruzione, fa venire la pelle d’oca.

 

 

“Io vivo nel centro di Valencia insieme a mia moglie e mia figlia - racconta Edoardo Costantini - Da lunedì mi trovo a Barcellona per lavoro, avevo il treno di ritorno martedì sera alle 18.15 ma appena sono arrivato in stazione ci hanno comunicato il ritardo di 40 minuti. Iniziavano a circolare alcune voci, ma molto confuse. Il capotreno, una volta arrivato, ci ha detto che la protezione civile aveva bloccato tutti i collegamenti con Valencia, spiegandoci che per i rimborsi ci saremmo dovuti recare all’infopoint della stazione. Io invece avevo capito la situazione e ho immediatamente prenotato un altro hotel qui a Barcellona”. Edoardo ha quindi prima provato a vedere se fosse stato possibile rientrare con un volo, “ma i collegamenti con Valencia sono stati bloccati per un po’”, quindi ha pensato a un viaggio in autobus, idea sfumata perché “la protezione civile ha chiesto di non prendere mezzi di trasporto se non strettamente necessario. La situazione è un po’ fuori controllo, non si sa bene quello che si può fare, io riuscirò a rientrare questa sera (ieri, ndr) con un volo”. Fortunatamente la zona dove Edoardo vive con la sua famiglia non è stata interessata da gravi conseguenze. “Il centro di Valencia non è stato toccato, è la Comunidad Valenciana in generale ad essere stata devastata da questi eventi. Chi vive in città non ha avuto grossi problemi, ad eccezione di chi magari doveva prendere un taxi per andare in aeroporto. Qualche avvisaglia che sarebbe potuto capitare qualcosa di brutto comunque c’era stata, Valencia è abbastanza soggetta a forti piogge ma con questa intensità non c’era mai stato niente”.

 

 

Chi si trovava in città nel pieno dell’evento atmosferico è invece Lorenzo Severini, studente in Erasmus all’ultimo anno di laurea magistrale in Ingegneria informatica. “In centro la situazione è sotto controllo, l’unica cosa anomala è stata la sera prima dell’esondazione: io stavo tornando a casa in bicicletta, non avevo mai visto tutta quella pioggia insieme e i semafori spenti, una cosa spaventosa. In questi giorni ci sono arrivati varie volte i messaggi di allerta, io sono andato al supermercato a fare spesa e ho trovato una situazione simile a quella del Covid con scaffali svuotati, soprattutto quelli dell’acqua, perché la gente adesso ha paura visto che in molte zone del centro era anche andata via”.
La situazione più drammatica comunque è nella zona sud del territorio, come Paiporta. Ed è qui che si trovava ieri Giulia Gubbini, folignate che da anni vive a Valencia con la sua famiglia. Lei si è rimboccata le maniche ed è scesa in strada “ad aiutare nelle zone più critiche”: qui, a tre chilometri dalla capitale, la situazione è disastrosa. Le strade sono invase da due metri di fango, i negozi sono tutti distrutti, mancano luce, acqua, connessione internet ma soprattutto l’allarme non è ancora rientrato. "L'unico modo per raggiungere le zone colpite di Paiporta, da Valencia, è camminando un'ora - prosegue Giulia - Tutti i cittadini volontari partono carichi di beni di prima necessità per portarlo alle persone che hanno perso tutto. E' una tragedia, siamo disperati e con il cuore a pezzi. Speriamo che le persone possano ritrovare i propri cari il prima possibile, ci sono persone malate che hanno bisogno di medicinali che non arrivano, altre che si trovano attaccate a delle macchine d'ossigeno ma non c'è elettricità e quindi hanno bisogno di generatori. Sembra un paese dove c'è stata la guerra, c'è un sentimento di impotenza. Noi siamo qui e non ci fermiamo finché il corpo ce lo permette".
“Non uscite e rispondete alle chiamate dei servizi d’emergenza. In questo momento la cosa più importante è salvaguardare il maggior numero di vite possibile”, ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez. Saranno giornate lunghissime.

 

 

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie