Economia
E' un periodo non troppo felice per l'occupazione in Umbria, che a ottobre galleggia grazie al turismo allargato, ma che sul medio termine soffre per una lunga serie di batoste che hanno colpito, anche a livello nazionale, alcuni settori economici strategici. Questa in breve, è la mappa delle assunzioni racchiusa nel report della Camera di Commercio dell'Umbria elaborato sui dati del sistema Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che ha coinvolto circa 110mila aziende.
In generale, a ottobre aumentano le nuove assunzioni: sono infatti previsti 5.700 avviamenti al lavoro, 60 in più rispetto al 2023. Storia diversa per quanto riguarda i numeri del trimestre ottobre-dicembre 2024: le assunzioni sono 14.050, 410 in meno rispetto all'anno precedente, con un calo che si attesta intorno al 3%. Come spiega il report, il calo è da ricondurre alla flessione accusata dal comparto Industria (industria manifatturiera + costruzioni) che vede men o 420 avviamenti al lavoro. Crescono le possibilità di lavoro nel comparto dei servizi, ma le 10 assunzioni in più non sono chiaramente in grado di assorbire il calo del comparto industriale.
Come spiega il report, a pesare maggiormente sulle mancate assunzioni è la flessione dell'industria manifatturiera e delle costruzioni dovuta ai rallentamenti della produzione industriale e alla frenata sui bonus del governo centrale, che sul periodo settembre-ottobre vede meno 420 avviamenti al lavoro. Non è un periodo roseo neanche per il commercio che flette, passando tra lo stesso trimestre del 2023 e quello del 2024 da 2.330 a 2.210 (-5%). Ad attutire il colpo c'è però la crescita delle assunzioni nel settore dei servizi, in particolare quelli di alloggio, ristorazione, turismo: in questo ambito sono previste 2.530 assunzioni, con un incremento del 9.1% rispetto al triennio precedente (210 avviamenti in più). Vanno bene anche i servizi alla persona che salgono da 1.360 a 1.490 avviamenti. Calano di cento unità invece gli avviamenti nei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio.
In generale le nuove assunzioni riguardano 15 aziende su 100: ma non è detto che vadano in porto: molte imprese infatti hanno dichiarato di non riuscire a trovare il personale richiesto. Addirittura ad ottobre, sul 75% delle assunzioni a tempo determinato, almeno il 54% dei posti rischia di rimanere vuoto.
Se invece si analizza l'andamento delle due province umbre, si può affermare che va meglio a Perugia piuttosto che a Terni, sebbene in entrambi i casi si parli comunque di flessioni: a fronte di un calo del 2,1%, le assunzioni nel Perugino si attestano a 10.860. Nel Ternano invece il calo arriva fino al 5,1%, con le assunzioni che ammontano a 3.190. A fare da ago della bilancia, in questo caso, è il peso specifico che il turismo allargato (quello che prende in considerazione non solo le attività di alloggio e ristorazione, ma anche le attività dei servizi delle agenzie di viaggi, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse), uno dei settori più in forma che in Provincia di Perugia assume un peso specifico maggiore.
Queste alcune caratteristiche che riguardano le nuove assunzioni: nel 25% dei casi si tratta di contratti a tempo indeterminato o apprendistato, mentre il restante 75% sono contratti a termine. Il settore dove è richiesto più personale è quello dei servizi (61%). In più, le assunzioni si concentrano per il 69% nelle piccole imprese con meno di 50 dipendenti. Il 34% dei nuovi avviamenti riguarda invece i giovani sotto ai 30 anni. Il possesso della laurea è richiesto nel 10% delle nuove assunzioni, un valore più basso rispetto alla media nazionale.-min-1730291348882.jpg)
Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, commenta i dati sottolineando come il trend nazionale e europeo si rifletta su quello locale: “Il rallentamento economico italiano, e non solo italiano, si riverbera ovviamente anche in Umbria, dove industria e costruzioni hanno rallentato la marcia sia in termini di produzione che, di conseguenza, assunzioni". E continua: "Va evidenziato che, nella regione, resta più grave rispetto alla media nazionale il fenomeno delle imprese che non riescono a trovare il personale di cui hanno bisogno. Ci aspetta un trimestre in chiaroscuro, quindi, all’interno di un disordine geopolitico sempre più inquietante e che ostacola il commercio internazionale, con conseguenze anche sull’export. Si tratta di continuare ad operare per aumentare la capacità competitiva del sistema imprenditoriale umbro, che è in trasformazione e sta affrontando la transizione digitale ed ecologica. Sapendo che, inevitabilmente, ci si muoverà tra alti e bassi”.
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