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Giustizia

Umbria, concorsopoli: condannati Catiuscia Marini, Gianpiero Bocci e Luca Barberini. Pene da due a tre anni

Francesca Marruco

03 Luglio 2024, 14:48

giustizia

La lettura della sentenza

Concorsopoli, a Perugia condannati Catiuscia Marini, Gianpiero Bocci e Luca Barberini. Il processo di primo grado per l'inchiesta sui concorsi in sanità si chiude con la condanna dei principali imputati. Due anni a Marini, ex presidente della Regione Umbria; due anni sette mesi a Bocci, ex segretario del Partito Democratico e già sottosegretario agli Interni; tre anni a Barberini, ex assessore regionale alla sanità. 

Per Bocci e Barberini inoltre, nonostante i pm avessero chiesto l’assoluzione per questa specifica accusa, è arrivata anche la condanna per associazione a delinquere, così come per Valorosi (per gli altri accusati dello stesso reato – Marini, Franconi e Tamagnini - è arrivata invece l’assoluzione). Dopo 90 udienze, il collegio dei giudici – presieduto da Marco Verola, a latere Francesco Loschi e Sonia Grassi – ha letto la sentenza nell’aula degli affreschi alle 13 in punto, come annunciato in mattinata prima di ritirarsi in camera di consiglio. Man mano che il presidente Verola scandiva ripetutamente la parola condanna, le espressioni degli imputati – in aula erano presenti alla lettura del verdetto Marini, Bocci, Barberini, Valorosi tra gli altri - si facevano sempre più scure. Per l’ex direttore amministrativo dell’ospedale, Valorosi, la condanna è stata a un anno di reclusione. Un anno, nove mesi e 10 giorni per l’ex direttore della sanità regionale, Walter Orlandi, assente alla lettura del dispositivo. Per l’ex direttore generale dell’ospedale, Emilio Duca, la cui posizione è stata stralciata durante il processo per impedimenti legati a motivi di salute, il processo verrà celebrato in separata sede. Oltre Marini, Bocci, Barberini, Orlandi e Valorosi sono stati condannati: Eleonora Capini (1 anno e 4 mesi), Marco Cotone (9 mesi e 10 giorni), Potito D’Errico (2 mesi), Rosa Maria Franconi (1 anno e 4 mesi), Patrizia Mecocci (1 anno e 4 mesi), Mario Pierotti ( 1 anno 9 mesi e 10 giorni), Domenico Riocci (2 mesi), Alessandro Sdoga (1 anno e 4 mesi), Antonio Tamagnini (1 anno), Simonetta Tesoro (1 anno e 4 mesi), Elisabetta Ceccarelli (1 anno e 4 mesi), Patrizia Borghesi (2 anni), Mauro Faleburle (1 anno e 4 mesi), Massimo Lenti (1 anno e 4 mesi), Antonio Tullio (10 mesi) e Alvaro Mirabassi (1 anno e 4 mesi). Assolti Andrea Casciari, Pasquale Coreno, Giuseppina Fontana, Vito Aldo Peduto, Milena Tomassini e Tiziana Ceccucci. Non doversi procedere per Brando Fanelli e restituzione degli atti alla procura per “ulteriore corso del procedimento” per Conte Maria Cristina per la nullità della richiesta di rinvio a giudizio. Stesso discorso per l’accusa di abuso d’ufficio per Barberini, i giudici hanno dichiarato la nullità del decreto di rinvio a giudizio con contestuale restituzione degli atti alla procura.

In uscita dall’udienza l’ex segretario umbro dem, Gianpiero Bocci, già sottosegretario agli Interni, ha parlato di “sentenza surreale”. La ex governatrice, Catiuscia Marini, fuori dal tribunale, alle telecamere ha dichiarato. “Considero molto importante che si è fatta definitivamente chiarezza di non aver mai promosso in questa regione un’associazione a delinquere e di non averne mai fatto parte ai danni del servizio sanitario regionale, questo lo considero un risultato importante. Al tempo stesso rimangono in piedi alcuni reati tipici del pubblico amministratore, tra cui l’abuso d’ufficio e sono serena per il secondo grado, il mio avvocato saprà far valere le mie ragioni come fatto in primo grado per l’associazione. Il mio è stato un lavoro a difesa del Servizio sanitario pubblico, a tutela dei servizi e della capacità di innovazione e ogni mio comportamento è stato improntato ad assicurare quell’accesso al servizio pubblico regionale che vedo pesantemente messo in discussione in questo momento. Sentenza inaspettata? I concorsi in abuso d’ufficio e di falso sono tipici reati che talvolta, quando proprio si vuole mettere in mezzo un amministratore pubblico si usa, sono abbastanza serena e non è un caso che ci sia una grande discussione anche nel Paese e in Parlamento nel ridefinire questa tipologia di reato”.

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