Venticinque negozi hanno chiuso da gennaio a giugno, e salgono a 110 le serrande abbassate che si contano in centro storico. Numeri arrivati mercoledì 29 ottobre dalla sede di Confcommercio Foligno insieme all’appello “accorato” del presidente Aldo Amoni. “Oggi lanciamo un grido di dolore. Dobbiamo capire l’amministrazione comunale e in particolare l’assessorato al commercio, a un anno e mezzo dall’insediamento, che cosa vogliono fare per il settore terziario” ha esordito il numero uno dell’associazione di categoria cittadina, chiedendo risposte a una sfilza di proposte presentate sui tavoli dell’Ente di piazza della Repubblica negli scorsi mesi. Azioni, progetti che puntano all’agognato rilancio del centro storico, a partire dal suo cuore commerciale costretto a fare i conti con una crisi che si traduce in saracinesche abbassate e cartelli con su scritto “affittasi”. Centodieci quelle contate da Confcommercio: “Rappresentano il 37% delle attività nelle vie principali” come evidenziato da Monica Albanesi, nel consiglio dell’associazione.
“Abbiamo fatto già molte riunioni con gli assessori e con il sindaco - ha detto Amoni - Abbiamo presentato il progetto dei Distretti del commercio, che molte città hanno già sottoscritto, e il progetto Cities, nell’aprile 2024, ma ad oggi siamo a zero”. Progetti che puntano a strategie per il rilancio. In particolare i Distretti “nascono grazie a protocollo d’intesa tra Comune e Confcommercio, in cui vengono definitivi obiettivi e visioni - ha spiegato Tommaso Feliziani - Oltre che strumento operativo è un luogo di concertazione tra tutti gli stakeholders del territorio. E se il distretto non nasce, non potrà partecipare ai bandi regionali e ricevere risorse per finanziare le proprie attività”.
“Quando l’amministrazione si è insediata con le associazioni di categoria abbiamo consegnato un documento che richiama il Decreto di coesione, per cui per tutte le iniziative inerenti il nostro settore deve esserci concertazione, cosa che ad oggi non c’è stata - ha proseguito Amoni - Dal 2009 chiedo la cabina di regia, il sindaco ha detto che non è possibile, ma che si può fare una consulta dell’economia, ma non è stata fatta”.
Non solo queste però le iniziative proposte dall’associazione. L’elenco è fitto e comprende un regolamento per la tutela del decoro urbano, “per capire ad esempio quali attività si possono aprire nei centri e nelle periferie”. Ma una regolamentazione viene chiesta anche per le tipologie merceologiche delle nuove attività, e insieme incentivi per le aperture, come “sconti sull’affitto, o recupero dell’IMU”: “Su queste proposte abbiamo chiesto 500 mila euro in 3 anni, che si potrebbero recuperare ad esempio nell’avanzo di bilancio da 4,5 milioni” ha aggiunto Amoni.
Ma ancora, sconti sulla TARI, e incentivi per far sì che le attività del centro non migrino in periferia: “Questo accade - ha evidenziato - vuol dire che ci sono dei problemi, e quindi bisogna capire cosa poter fare: magari rivedere la circolazione, fare eventi in più? A questo serve la concertazione”.
Tra le proposte anche l’apertura di un piccolo pronto soccorso per il centro, per incentivare anche la residenzialità, un maggiore coordinamento sul calendario degli eventi, il rilancio della filodiffusione in centro storico, e ancora, “un piano di pulizia della città”. Sotto la lente anche “iniziative specifiche” da realizzare in sinergia con le forze dell’ordine. “Ci aspettiamo una risposta almeno prima di Natale, e non escludiamo qualche azione dimostrativa” ha concluso Amoni, assicurando comunque per il periodo più magico dell’anno il ritorno di attrazioni come le installazioni luminose, la pista di ghiaccio e il mini luna park.
