Costume
Lorenzo Ambrogioni (a destra) con il collega Francesco Nardi
A soli ventidue anni ha già realizzato il suo sogno. Quel primo amore sbocciato tra macchine da cucito e cartamodelli, assistendo alla magia di metri di tessuto che diventano creazioni da indossare. E lo ha fatto con coraggio, passione e una visione ben chiara: quella di una moda che non spreca ma trasforma. E’ la storia del giovane stilista folignate, Lorenzo Ambrogioni, ventitré anni ancora da compiere e già alla guida di un brand, il suo, “Growstyled”, fondato lo scorso novembre realizzando quel progetto coltivato nel cassetto dei sogni: dar vita a un marchio per dare corpo e voce alla sua vena creativa. E lo ha fatto scegliendo la sua Foligno nella sua Umbria, dove ha mosso anche i primi passi nel mondo della moda, dagli studi al Nid - Nuovo istituto design di Perugia, oltre ad alcune esperienze in aziende del settore.
Il sogno di una vita
“Ho sempre avuto la passione per la moda, - racconta - e in casa sono cresciuto tra macchine da cucire e disegni, grazie a mia madre che lavorava nel settore e mia zia che ha sempre lavorato nel campo delle confezioni, tutt’oggi mio punto di riferimento - racconta - Anche negli anni del liceo mi divertivo a disegnare le magliette per le varie occasioni. Un’estate in Sardegna fui costretto a relegarmi in casa per il Covid, avevo con me solo il tablet, iniziai a provare a disegnare dei vestiti e lì ho capito davvero quanto mi piacesse: mi ci ero immerso completamente”. Non ci è voluto molto quindi a scegliere di intraprendere un percorso nella moda. “Lo ho iniziato con l’idea di creare un marchio, perché sognavo un mio spazio in cui esprimermi - racconta - così lo scorso novembre ho deciso di intraprendere questa avventura insieme al mio compagno di studi al Nid, Francesco Nardi, lanciando la prima collezione, oggi siamo alla terza”.
Filosofia green: addio sprechi
Uno spazio che ha trovato nel suo laboratorio dove Lorenzo cura e segue tutte le fasi che portano alla realizzazione dei suoi capi unisex, rivolti all’uomo e alla donna, rifuggendo le etichette. L’unica è la cifra stilistica del marchio: “Ci definiamo una sorta di ponte tra streetwear e l’alta moda - spiega lo stilista - dai capi oversize, in denim, le felpe, con uno stile minimalista, per arrivare agli abiti su misura ma con volumi che vanno oltre le classiche convenzioni”. Capi realizzati solamente su ordinazione, scelta che porta al cuore della filosofia del marchio: la sostenibilità. E che si rintraccia sin dalla selezione dei tessuti per la produzione dei capi: “Il nostro fornitore è Zerow, in Toscana, che acquista grandi metraggi di tessuto dai brand dell’alta moda, per poi rivenderli - spiega lo stilista folignate - ed è meraviglioso per noi poter utilizzare questi materiali che altrimenti verrebbero scartati. Inoltre, non realizziamo capi se non su ordinazione, evitando così che si creino scorte in magazzino che, se invendute, verrebbero buttate via. Vogliamo essere sostenibili al 100% e fare la differenza - aggiunge -. La moda ha raggiunto livelli inimmaginabili di sovrapproduzione, potremmo non produrre nulla per 100 anni e a nessuno mancherebbero vestiti; per questo noi vogliamo essere diversi, non creando capi che produrranno sprechi”.
L’attenzione all’ambiente fa il paio con la filiera corta della produzione delle creazioni firmate Growstyled: “Mi occupo della della ricerca dei tessuti, delle palette di colori fino alla comunicazione del capo stesso - spiega - passando per la parte sartoriale per la quale possiamo contare su tre eccezionali sarte di alta artigianalità, dalle quali stiamo imparando molto”.
La scelta del nome e la dedica al cuore verde d’italia
Quanto al nome, Growstyled: “Contiene in sé l’idea della crescita - spiega il fondatore - sia quella del brand stesso, che è in evoluzione, e insieme per chi acquista, che sarà accompagnato nella sua crescita”. Un’evoluzione che Growstyled ha già conosciuto, da quella prima collezione in omaggio all’Umbria alla più recente che sta uscendo in queste settimane. Una dedica alla sua terra, attraverso alcuni dei suoi simboli, come la vite, con le sue foglie scelte per i ricami e per le stampe dei suoi capi, nella collezione Green Heart, appunto, non casuale: “E’ nata dall’idea che ho sempre avuto voler affermare il luogo in cui sono nato - racconta - come la mia scelta di rimanere in questo territorio, perché credo che la nostra regione abbia enormi potenzialità e merita di essere conosciuta”.
L’obiettivo: silenziosi ma potenti
Collezione seguita da Tetsu no hana, altro omaggio ma al workwear giapponese, fino alla più recente che, spiega Lorenzo, “meglio riflette l’estetica che porteremo vanti”: la moda industriale, che parla attraverso capi realizzati da materie prime grezze, con uno stile minimalista ma potente. Perché? “Penso a figure come Margiela, silenziose ma che hanno cambiato il mondo della moda come lo vediamo oggi - dice Lorenzo - Non vogliamo fare rumore con maxi stampe o ricami appariscenti, la vera abilità è saper comunicare con poco. Questo vogliamo fare: essere silenziosi ma forti ed essere riconosciuti per questo”.
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