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Foligno, a 28 anni dal terremoto del '97 torna a splendere la chiesa del Sacro Cuore

La comunità di viale Ancona ha riabbracciato lo storico edificio fresco dei lavori di restauro

Giulia Silvestri

23 Giugno 2025, 15:40

Chiesa del Sacro Cuore Foligno

La chiesa del Sacro Cuore di viale Ancona

La gioia di riabbracciare un luogo che per decenni è stato un punto di riferimento del proprio quartiere. L’entusiasmo di tornare a varcare quel portone rimasto chiuso a lungo, con lo sguardo attento a ogni particolare che fa riaffiorare, ancora nitidi, tanti ricordi. E’ il saluto che una comunità, quella del quartiere di viale Ancona, sabato ha tributato alla Chiesa del Sacro Cuore, tornata a spalancare le sue porte dopo 28 anni dal terremoto del 1997. Splendida nella nuova veste che le hanno restituito gli interventi resi necessari da quelle ferite inferte all’edificio dal sisma di quasi tre decadi fa.

Un momento storico per un quartiere, che sabato è tornato al civico 141 della via per salutare quella chiesa che per decenni è stata il suo punto di riferimento. Decine le persone che hanno preso posto nella navata, la sola su cui si snoda la piccola chiesa, ricordando il giorno del proprio matrimonio, le nozze di amici, i sacramenti ricevuti, e le esperienze di fede e di comunità che si sono consumate lì, al Sacro Cuore. Un pomeriggio speciale per una riapertura storica, celebrata da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino-Foligno, che ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica.

A precederla, il ricordo della storia della Chiesa del Sacro Cuore, arrivato nelle parole di don Giovanni Zampa, vicario generale delle Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno. Un edificio voluta nella Pasqua del 1920 dall’allora vescovo Stefano Corbini, consacrata nel 1927, e poi servita dalla Parrocchia del Santissimo Salvatore fino al 1949, quando venne istituita la parrocchia del Sacro Cuore. “Bentornati a casa” sono state le parole di don Giovanni Zampa, insieme alle quali sono arrivati i ringraziamenti alle imprese che hanno eseguito i lavori, alle amministrazioni comunali che li hanno seguiti, e quindi a i fedeli: “perché nel vostro cuore - ha detto - avete tenuto vivo l’amore per questo tempio”.


E’ stato l’ingegnere Massimo Meschini, alla guida dell’opera insieme all’architetto Andrea Tucci, a illustrare gli interventi, che hanno riguardato il rifacimento della copertura, completamente rimossa e sostituita da nuova in legno, ma anche gli intonaci, la pavimentazione, la facciata della chiesa con il restauro delle parti mancanti o rovinate, il portone e gli infissi, la facciata posteriore, e quindi lo spazio liturgico con il presbiterio rialzato sul quale si erge il nuovo altare. Un restauro che “ha chiuso un percorso più articolato di tutto il costruito”, iniziato dopo il ’97 e conclusosi con il recupero della chiesa grazie ai fondi dell’8xMille.

Un recupero estremamente rispettoso - ha spiegato Meschini - come la copertura in legno con le tre capriate rinnovate, così come si è cercato di salvare il tappeto della pavimentazione centrale e del presbiterio, rinnovandolo solo gli elementi che permettessero l’inserimento dei nuovi impianti, il restauro del portone, il recupero del dipinto sopra la facciata, la trifora, il rosone”. Stretta la collaborazione con la Soprintendenza a partire dalla scelta dei colori. Sobrietà e rispetto nel recupero di ogni parte dell’edificio come evidenziato da Meschini che ha concluso: “Siamo qui a restituire alla comunità uno dei suoi elementi architettonici di memoria”.


Con la benedizione del nuovo altare si è aperta quindi la solenne celebrazione presieduta dal vescovo Sorrentino: “Abbiamo la gioia di riaprire questa chiesa alla quale sono legati tanti vostri ricordi, tante esperienze e sacramenti ricevuti: -sono state le sue parole nell’omelia - una storia di questo luogo, che è stato per tanti decenni punto di riferimento della fede e oggi vederla rifiorire ci dà un senso di grande gioia ma anche di grande entusiasmo per ripartire con lo slancio della fede che, in questo tempo, ha bisogno di essere rimessa in moto”. Anche se la parrocchia per il quartiere resta quella del Sacro Cuore e del Buon Pastore di Sportella Marini, per l’edificio sacro di viale Ancona inizia una nuova storia, che la vedrà “utilizzata - come spiegato da monsignor Sorrentino - a volte per la liturgia, altre per momenti di riflessione comunitaria”.


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