Attualità
Il Palio della Sfida 2025 presentato durante la Cena Grande a Palazzo Trinci (foto Marco Cardinali-Gabriele Cirocchi)
Tre lance con altrettanti anelli infilati. I tre bersagli che il cavaliere deve infilare in ciascuna tornata. Si intitola “Sfida”, proprio come la tenzone a cui è dedicato, il drappo più prezioso che andrà “al più bravo tra i bravi dei cavalieri in campo” il prossimo sabato 14 giugno. Ieri sera è finalmente caduto il drappo dall’oggetto del desiderio dei dieci rioni della Giostra della Quintana, il Palio della Sfida, che quest’anno porta la firma dell’artista romano Andrea Polichetti, con la collaborazione dello stilista Massimo Fiordiponti. L’occasione è stata la Cena Grande che ieri sera ha riunito oltre 700 commensali nella corte di Palazzo Trinci, per il momento conviviale per eccellenza della manifestazione, che ha aperto le danze dell’edizione di giugno 2025. Serata che ha fatto da cornice alla presentazione del Palio, quest’anno affidato al genio dell’artista indipendente, classe 1989, che vive e lavora nella capitale.
Artista che, come ricorda la storica dell’arte Marta Silvi “è profondamente influenzato dalla classicità e dalla storia, in particolare quella di Roma, sua città natale” e il cui lavoro “si concentra sulla trasformazione delle forme preesistenti, l’indagine del tempo (sia cronologico che metaforico) e sul dialogo impellente tra antico e contemporaneo”. E’ così che Polichetti “recupera tecniche e materiali storicamente connotati della tradizione artistica, principalmente - nota ancora l’esperta - attraverso la collaborazione con artigiani esperti che riattualizza conferendo loro nuova energia”. E proprio con i sarti e gli artigiani che realizzano i costumi della manifestazione, in particolare lo stilista Massimo Fiordiponti che Polichetti ha lavorato al suo “Sfida”.
Un’opera per la quale ha preso spunto dai disegni e dalle forme dei Palii del 1965 e del 1973, entrambi vinti dalla leggenda Paolo Giusti per il rione Morlupo, e in particolare, “del primo la faustella particolare del drappo stesso”, ovvero la forma del drappo, e del secondo “la grafica che includono le tre lance e i tre anelli, elementi centrali della competizione” che l’artista ha reinterpretato “attraverso un linguaggio stilizzato riducendo forme e colori alla loro essenza processata” come spiegato da Silvi.
Per realizzarlo, Polichetti ha lavorato a stretto contatto con i sarti e gli artigiani della Quintana, a partire da Fiordiponti, che già in passato ha messo a disposizione le sue competenze per la realizzazione “a più mani” del palio, “utilizzando - spiega ancora - tessuti preziosi come raso, seta e velluto, oltre a bigiotteria, che l’artista ha avuto modo di osservare all’interno del museo della Quintana, con l’obiettivo di creare un premio che onori la sua natura”. Nella grafica, pur coerente con lo stile dell’artista, c’è il riferimento “sottile” al linguaggio visivo del primo Novecento “legato alla lotta dei movimenti popolari e anarchici, di cui - prosegue Silvi - si è appropriato successivamente in modo strumentale e demagogico il movimento fascista”. “Il lavoro - afferma Polichetti - è immaginato come un vero e proprio premio, prezioso e simbolico con un’immagine evocativa della competizione stessa”.
L’opera sarà l’oggetto più desiderato dai dieci rioni della Quintana, che sperano di poterla alzare al cielo sabato 14 giugno, quando al Campo de li Giochi i propri portacolori sfideranno il Dio Marte per aggiudicarsi il prezioso drappo.
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