Cultura
La Calamita Cosmica di Gino de Dominicis nella ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata
Sognano di conquistare il titolo di Capitale Italiana per l’Arte Contemporanea per il 2027. E sono pronti a farlo insieme Foligno e Spoleto, presentando una candidatura congiunta. E questo “in forza della lunga e qualificata tradizione nell’ambito dell’arte contemporanea che accomuna entrambe le città” come i sindaci di Foligno e Spoleto, Stefano Zuccarini e Andrea Sisti, hanno scritto nella lettera inviata alla presidente della Regione Stefania Proietti, annunciando quella “sfida collettiva che mette al centro l’arte contemporanea”, per la quale le due amministrazioni comunali “hanno bisogno del sostegno - scrivono- da parte delle Istituzioni e di tutti i soggetti che rivestono un ruolo fondamentale nel territorio”. A partire proprio da quello della Regione dell’Umbria che “rappresenterebbe - si legge - senza dubbio un’importante azione di supporto, fondamentale per la riuscita dell’iniziativa”.
Una chiamata al sostegno per riuscire nell’impresa, che hanno deciso di intraprendere insieme le due città, che oltre all’appartenenza a un territorio, condividono anche un profondo e condiviso legame con l’arte contemporanea, che prosegue sin dagli anni Cinquanta del secolo scorso, e che le ha viste al centro di vicende di capitale importanza per gli sviluppi dei linguaggi della contemporaneità. Per Spoleto si ricordano la presenza di artisti come Leoncillo Leonardi e gli esponenti del Gruppo di Spoleto, ma anche la mostra Sculture nella Città, voluta dallo storico dell’arte Giovanni Carandente, che nel 1962 portò a Spoleto artisti del calibro di Alexander Calder, Lucio Fontana, Henry Moore, Beverly Pepper e molti altri. Mentre a Foligno, in quegli anni, la figura visionaria di Dino Gavina trovò terreno fertile per le sue idee a Foligno; e poi la mostra Lo spazio dell’immagini che nel 1967 coinvolse artisti come Lucio Fontana, Ettore Colla, Enrico Castellani. E poi ancora l’enorme richiamo del Festival dei Due Mondi di Spoleto per artisti da tutto il mondo, uno su tutti il padre dell'arte concettuale, Sol LeWitt, che elesse Spoleto a propria “seconda casa”. Un’eredità che dal 2000 continua a vivere attraverso due istituzioni: Palazzo Collicola a Spoleto e il CIAC - Centro italiano arte contemporanea a Foligno, due musei dotati di collezioni di primo piano e capaci di ospitare mostre d’arte di alto profilo, incontri, performance e molto altro. Ma le due città possono vantare anche due opere monumentali, diventate simbolo dei luoghi che le accolgono: il Teodelapio di Alexander Calder di fronte alla stazione di Spoleto e la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, conservata nell’ex Chiesa della SS. Annunziata a Foligno.
Sulla base di queste esperienze comuni e condivise la candidatura. “L’ambizione è che l’Umbria intera possa riconoscersi in questa proposta, cogliendone le potenzialità per lo sviluppo culturale, sociale ed economico dell’intero territorio regionale e delle aree extra-regionali contigue dell'Italia di mezzo” spiegano ancora. L’intento è di “valorizzare le energie già presenti e costruire una rete ampia e partecipata, in grado di coinvolgere musei, fondazioni, artisti, scuole, università, centri di ricerca e formazione, associazioni, imprese culturali e tessuto imprenditoriale, ma soprattutto cittadini e visitatori”. E tutto questo con l’obiettivo di attivare progetti, percorsi e processi in cui arte contemporanea, comunità e territorio possano rafforzarsi reciprocamente. Ma il tutto, auspicano i due Comuni, con il sostegno delle Istituzioni.
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