Politica
Il banchetto per la raccolta delle firme a sostegno della petizione
Dall'aula alla piazza. La battaglia dell'opposizione folignate per il salario minimo comunale si sposta e chiama a raccolta la cittadinanza. Dopo la bocciatura della mozione sul tema, respinta lo scorso marzo dalla maggioranza, le forze di opposizione hanno deciso di rilanciare la proposta attraverso una petizione popolare, con la raccolta firme che ha preso il via "simbolicamente", lo scorso giovedì, primo maggio, in occasione della Festa dei lavoratori. L'obiettivo è quello di "dotare il Comune di uno strumento concreto contro la precarietà e il lavoro povero" come spiegato nella nota congiunta firmata dai gruppi consiliari del centro sinistra, ovvero Foligno in Comune, Partito Democratico, Patto x Foligno, Movimento 5 Stelle, Foligno Domani, che in questa battaglia trovano il sostegno anche di Alleanza Verdi Sinistra, Psi Foligno e Città Europa, i cui loghi campeggiano nel manifesto che accompagna la petizione, al grido di "Salario minimo subito".
"Il salario minimo comunale rappresenta una misura pratica e attuabile, già adottata con successo in diversi Comuni italiani – da Milano a Bologna, da Napoli a Firenze – e in molte città europee" - dichiara l'opposizione evidenziando come in questi contesti "la sua applicazione ha avuto effetti positivi, migliorando le condizioni retributive dei lavoratori impiegati nei servizi pubblici e negli appalti, favorendo la stabilità occupazionale e incentivando le imprese a rispettare standard retributivi dignitosi". Nel concreto, per il centro sinistra l'obiettivo è quello di "garantire una soglia minima di retribuzione per le lavoratrici e i lavoratori impiegati in attività e servizi che dipendono direttamente o indirettamente dall’amministrazione comunale, seguendo l’esempio di altre amministrazioni che hanno fatto della giustizia sociale un punto di riferimento".
Una proposta che per l'opposizione, quindi, "non è un’utopia, ma una realtà concreta che può essere attuata in tempi brevi, - sottolineano - senza bisogno di complicati interventi legislativi. È un segno tangibile - aggiungono - che l’amministrazione pubblica può e deve svolgere un ruolo attivo nella promozione di condizioni di lavoro giuste e dignitose, rispondendo alle sfide della precarietà e del lavoro povero che affliggono troppi cittadini, in particolare giovani, donne e lavoratori del settore dei servizi".
E nel rilanciare la proposta, questa volta chiamando i cittadini ad esprimersi, non manca l'affondo contro la maggioranza: "a parole, afferma di condividere la battaglia contro il lavoro povero, ma nei fatti si oppone sistematicamente a ogni proposta concreta che possa contrastarlo. - scrivono nella nota - La bocciatura della nostra mozione è la prova di questa doppia faccia della politica: si preferisce parlare di tutele e di diritti, mentre nei fatti si nega qualsiasi strumento concreto per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone più vulnerabili. È un atteggiamento che danneggia i lavoratori, alimenta la sfiducia nelle istituzioni e perpetua il ciclo della precarietà".
"La campagna di raccolta firme che abbiamo lanciato si affianca alla campagna referendaria nazionale sui temi del lavoro, - spiega l'opposizione - con cui condivide l’obiettivo di tutelare i diritti dei lavoratori, migliorare la sicurezza sul lavoro e contrastare la precarietà. Parallelamente, la proposta sarà approfondita all’interno di un percorso partecipativo, che coinvolgerà non solo i cittadini, ma anche cooperative, rappresentanze sindacali e datoriali, ed esperti giuslavoristi, per costruire una misura che sia solida, condivisa e concretamente attuabile".
Da qui l'annuncio di iniziative pubbliche che saranno organizzate nelle prossime settimane per presentare il contenuto della petizione, e di numerosi banchetti in città per raccogliere le firme.
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