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VATICANO

Il cardinale folignate Giuseppe Betori: "Invitai Bergoglio a Firenze. C'è venuto da Papa"

L’unico umbro in conclave: "Ne parlammo durante le elezioni per il dopo Benedetto XVI. Ha segnato profondamente la storia della Chiesa"

Gabriele Burini

23 Aprile 2025, 12:06

Il folignate Betori “Lo invitai a Firenze C’è venuto da Papa”

Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita emerito di Firenze, sarà l’unico umbro presente in conclave per eleggere il nuovo Papa dopo la morte di Francesco. Potenzialmente, il cardinale folignate potrebbe anche diventare il 267esimo successore di Pietro anche se il suo nome, al momento, non sarebbe tra i più quotati. Non è la prima volta da grande elettore per Betori: già nel 2013, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, l’arcivescovo emerito di Firenze ha partecipato al conclave da cui emerse proprio il nome di Bergoglio. “Entrando nella Cappella Sistina - ha ricordato Betori ai microfoni della Tgr Toscana - lui mi chiese di dove fossi, io gli dissi che ero arcivescovo di Firenze e lui mi rispose che non c’era mai stato. Allora lo invitai, ma non avrei immaginato che sarebbe venuto da Papa”. La sua morte “mi ha colto di sorpresa e ha provocato tanto dolore in me, ma credo in tutti. Tanta gente mi si è rivolta in queste ore per partecipare al dolore della Chiesa, per la perdita di un Papa che ha segnato e continuerà a segnare profondamente la storia della Chiesa, ma anche la storia del mondo - ha aggiunto sempre ai microfoni della Tgr Toscana - Come sarà il dopo Francesco? Abbiamo affrontato in questo secolo passato tanti dopo, sembrava impossibile un dopo Giovanni XXIII, oppure un dopo Giovanni Paolo II, invece la Chiesa ha sempre trovato dal Signore il modo di ricostruire il futuro in modi diversi, perché anche questo è un elemento della storia della Chiesa, non è che si va così trascinando in un’unica direzione, ma prende direzioni diverse, per esempio con il Vangelo, con spiriti, con impulsi, con orizzonti anche sempre nuovi”.

In un articolo che uscirà domani nell’edizione speciale di Toscana Oggi, invece, il cardinale di Foligno ha aggiunto: “La figura di questo pastore emerse nel suo valore durante gli incontri in cui l’intero collegio si raccoglie prima dell’inizio del conclave vero e proprio, un momento importante, che precede quello delle votazioni, dove ci si confronta sul futuro della Chiesa. Fu subito a tutti chiaro lo spessore della persona, la consapevolezza che egli aveva del cambiamento epocale, la lucidità della sua visione ecclesiale, lo slancio missionario che animava l’allora arcivescovo di Buenos Aires. Per i cardinali quanto poi Papa Francesco ha indicato e promosso nel suo pontificato non è stata una novità, in quanto tutto era già contenuto nell’intervento che egli fece in quegli incontri prima del conclave, parole che racchiudevano in sé il nucleo di una innovativa prospettiva pastorale quale poi ci è stata da lui illustrata nella Evangelii gaudium. Il conclave? L’esito delle votazioni va interpretato come una larga condivisione da parte del Collegio cardinalizio di un programma chiaro fin dall’inizio e che poi Papa Francesco nel suo pontificato ha tradotto in un progetto pastorale ampiamente articolato e sorretto dalle due scelte di fondo della missionarietà e della sinodalità. Con questo egli ha dato un ulteriore impulso al cammino di attuazione del Concilio Vaticano II, e lo ha fatto con la sua specificità, nella linea della storia della Chiesa che vede la continuità del ministero del Sommo Pontefice pur nella diversità dei singoli Papi. La grandezza della Chiesa e la perenne novità dello Spirito Santo permettono di non avere mai un Papa copia del suo predecessore, ma sempre una figura originale. Nella sua originalità, in particolare, Papa Francesco si è posto in modo complementare a Benedetto XVI”.

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