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FOLIGNO

Strangola il padre, la figlia aveva ritirato ingenti somme di denaro dai conti correnti del 75enne

Francesca Marruco

31 Marzo 2025, 13:27

Strangola il padre, la figlia aveva ritirato ingenti somme di denaro dai conti correnti del 75enne

L'abitazione in via Emilia nel quartiere di Prato Smeraldo

Quando il medico era intervenuto in quell’abitazione in via Emilia nel quartiere di Prato Smeraldo aveva trovato una situazione surreale. A fronte della richiesta di una donna, che aveva detto di aver rinvenuto il corpo del padre, morto forse la notte precedente, si era trovato davanti un cadavere in avanzato stato di decomposizione di qualcuno che certamente non poteva essere morto solo qualche ora prima. Era stata solo la prima delle stranezze che, andando avanti nell’indagine, sono diventate certezze e che ieri mattina hanno portato al fermo di indiziato di delitto per la 43enne. Secondo la procura di Spoleto infatti Scilla Bertini avrebbe strangolato il padre Claudio. E, come emerso sin dal primo intervento del medico curante, che aveva allertato subito i carabinieri della compagnia di Foligno, quell’uomo non era morto il 13 marzo ma almeno un paio di settimane prima.

Oltre alle evidenti incongruenze sul racconto relativo al momento della morte, i militari della compagnia di Foligno avevano immediatamente notato anche che in quella casa - caratterizzata da un profondo e diffuso disordine - non c’era alcun segno di effrazione. L’idea quindi che qualcosa di ben diverso da ciò che la donna era in grado di raccontare fosse accaduto, si è immediatamente materializzata nella mente degli inquirenti. E ha trovato tutte le conferme necessarie in sede di autopsia. Il medico legale, Sergio Scalise Pantuso, infatti aveva stabilito che quell’uomo era stato strangolato. Parecchi giorni prima rispetto al giorno del ritrovamento.

Il fatto che in quella casa vivessero solo loro due (la donna in manette aveva perso la madre da bambina) e che non ci fossero segni di effrazione hanno inevitabilmente indirizzato le indagini coordinate dal sostituto procuratore, Vincenzo Ferrigno, verso la 43enne. Dopo il ritrovamento del corpo dell’anziano, sembra debilitato da diverse patologie pregresse, la procura aveva disposto immediatamente il sequestro dell’abitazione di via Emilia. La donna, assistito dall’avvocato nominato d’ufficio, Marusca Margutti, quindi si era stabilita in una struttura ricettiva della zona.

Negli ultimi giorni però, nel pieno degli accertamenti tecnici- nella casa erano intervenuti anche i carabinieri della sezione scientifica del comando provinciale di Perugia - la donna avrebbe adottato un atteggiamento che ha fatto temere, in chi indagava, una imminente fuga. Secondo quanto emerge infatti, Scilla Bertini avrebbe prelevato ingenti somme dai conti correnti del padre. Anche per questo motivo, e per poter procedere a tutte le necessarie verifiche - comprese quelle relative al Dna - la procura di Spoleto, alla guida del procuratore, Claudio Cicchella, ha disposto un fermo di indiziato di delitto.

Secondo i vicini di casa i due, che avrebbero vissuto in una situazione di disagio come riscontrato dalle condizioni in cui versava l’abitazione, facevano una vita molto riservata. La donna era disoccupata e sostanzialmente vivevano con la pensione del padre 75enne. Nelle prossime ore la 43enne, trasferita nel carcere perugino di Capanne, comparirà davanti al gip per l’udienza di convalida del fermo e in quella sede potrà raccontare la sua verità.

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