Cronaca
La gioielleria Bartoccini nel centro commerciale Piazza Umbra di Trevi
Meno di due minuti per saccheggiare oro e preziosi per centinaia di migliaia di euro. E’ ancora da quantificare con esattezza ma dovrebbe attestarsi su una cifra a sei zeri il valore del bottino messo a segno dai tre malviventi che martedì 11 marzo sera, intorno alle 20.20, hanno saccheggiato la gioielleria Bartoccini del centro commerciale Piazza Umbra di Matigge di Trevi. Senza contare i danni, anche questi sostanziosi, al mobilio, a partire dai cassetti che, infilati nei banconi da esposizione, custodivano i gioielli, e che di lì a poco, come di consueto, sarebbero stati riposti nella cassaforte. Divelti e spaccati a colpi di piede di porco per fare razzia di tutti i tesori, e riempire i sacchi di juta portati al seguito, per poi fuggire prima dell’arrivo dei carabinieri che in queste ore indagano senza sosta per risalire agli autori.
Il tutto in meno di due minuti. Tanto è bastato ai rapinatori, tutti con i volti travisati da cappelli e maschere, per fare ingresso nella gioielleria, col fucile spianato, imbracciato da uno dei tre, a minacciare le due commesse, rimaste sole nel negozio ormai vicino all’orario di chiusura, e trafugare tutto il possibile tra oro e gioielli in esposizione, per poi fuggire a bordo di un’auto di colore bianco dove fuori, nel parcheggio, li attendeva un quarto complice. Hanno approfittato del fatto che nel negozio a quell’ora non ci fossero più clienti, così come poche sarebbero state le persone che si aggiravano tra le vie del centro commerciale. E pure quei pochi sarebbero stati intimoriti dal fucile spianato, e gli altri arnesi di cui erano armati i rapinatori. Così come le commesse, inermi, rimaste pietrificate, che sono fortunatamente uscite illese, shock a parte, e che sono riuscite a far scattare l’allarme anti-rapina. Un colpo lampo durato meno di 120 secondi, come testimoniano le immagini del sistema di videosorveglianza della gioielleria, ora sul tavolo dei carabinieri della compagnia di Foligno, - le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Spoleto - insieme a tutti gli elementi indiziari raccolti sin da martedì sera quando i militari sono prontamente intervenuti sul posto, per i rilievi di rito, seguiti anche da un nuovo sopralluogo nella mattinata di ieri, mercoledì 12 marzo, alla gioielleria, dove dietro la serranda abbassata e la scritta “chiuso per rapina”, era già iniziata la conta dei danni.
“Speriamo di riaprire entro uno o due giorni” spiega il titolare della gioielleria, Antonio Bartoccini, amareggiato: “Uno lavora, si dà da fare per mantenere le strutture e poi in due minuti bruciano centinaia di migliaia di euro, c’è il dispiacere ma oltreché per il danno, per il senso di impotenza” commenta. Bartoccini ripone le sue speranze nel lavoro degli inquirenti: “Confidiamo nelle forze dell’ordine, noi siamo dalla loro parte, e dovrebbero poter fare il loro lavoro senza subire attacchi dall’opinione pubblica come talvolta avviene - spiega - Poi è anche importante la prevenzione, tramite l’intelligenza artificiale, la videosorveglianza, investire sulle immagini delle telecamere, prevenire prima che succeda: l’investimento che deve essere fatto è questo, perché poi coglierli in flagranza è difficilissimo”.
Alla gioielleria è andata anche la vicinanza del sindaco di Trevi, Ferdinando Gemma, che ieri mattina ha raggiunto il centro commerciale: “E’ un fatto increscioso che colpisce tutta la nostra comunità. - ha commentato - Come amministrazione proprio il giorno prima insieme alla Questura e al comando dei carabinieri di Foligno abbiamo attivato un controllo su tutto il territorio di veicoli e persone, volto alla prevenzione. Non possiamo pretendere di fare controlli con 8 volanti ogni giorno perché le forze dell’ordine devono controllare un territorio molto più vasto, ma continueremo a collaborare chiedendo un’implementazione dei controlli sul territorio”.
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