Attualità
L'uscita della statua argentea del Santo dalla cattedrale (foto Marco Cardinali)
I folignati in fila per tornare a baciare il piede della statua argentea, di nuovo al suo posto. La comunità che si ritrova per rendere omaggio al suo Patrono, in una chiesa gremita per le solenni celebrazioni prima, e per le vie del centro poi, per l’ultimo saluto al Santo. Tutto come da tradizione, si potrebbe dire, per la città della Quintana che venerdì 24 gennaio è tornata a festeggiare la solennità di San Feliciano. Eppure a Foligno venerdì la devozione si è rinnovata in un clima di festa decisamente speciale. Già, perché la comunità ha potuto riassaporare la gioia di rendere onore al Santo nella sua cattedrale, riaperta dopo 8 anni dal sisma del 2016. Cattedrale che da domenica ha spalancato di nuovo le porte e che venerdì era, ancora una volta, gremita.
“Ci mancava questa cattedrale tanto cara ai folignati” ha ricordato non a caso il vescovo di Foligno, Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, nel dare il benvenuto al nunzio apostolico in Italia, monsignor Petar Rajič, che ha presieduto la solenne concelebrazione, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose.
Presenti il prefetto di Perugia Armando Gradone, la presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria, Sarah Bistocchi, il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, con gli assessori e i consiglieri comunali, il sindaco di Valtopina, Gabriele Coccia, l’assessore del Comune di Spello, Enzo Napoleoni, e il consigliere della Provincia di Perugia Sandro Pasquali. E poi il direttivo dell’Ente Giostra della Quintana, i priori e gli alfieri dei 10 rioni tutti in abiti barocchi.
“E’ una comunità che la attendeva - ha detto Sorrentino- ho voluto fortemente che fosse lei a darci la benedizione del Papa, e una spinta a camminare più velocemente e ardentemente nel nostro rinnovamento pastorale, nella nostra capacità di testimoniare Gesù in tempi in cui la fede vive una situazione difficile e anche nella nostra capacità di comunione”.
Il nunzio apostolico ha presieduto la concelebrazione, e accanto a lui, con il clero folignate, anche il cardinale Fortunato Frezza. “Se non ci fossero stati uomini e donne nella chiesa primitiva che di fronte alla morte all’agonia si rifiutarono di rinnegare il loro signore, oggi non ci sarebbe alcuna chiesa. La chiesa di oggi è infatti costruita sulla fedeltà incrollabile di coloro che si sono attenuti saldamente alla loro fede in Cristo, e uno di questi primi testimoni fu il nostro San Feliciano” ha ricordato monsignor Rajic nell’omelia in cui sono risuonate forti le parole del vangelo: “Non abbiate paura né degli uomini, né dei persecutori né della vita”. L’esortazione è stata a non avere timore “di parlare e diffondere il messaggio di Dio” in nessuna occasione. Monito ben incarnato dai martiri come San Feliciano che “ha dato la suprema testimonianza di adesione a Cristo offrendo la sua vita” ha ricordato definendolo “esempio di vita cristiana, servizio e amore sacrificale”.
A prendere la parola alla fine della celebrazione è stato don Giovanni Zampa, vicario generale delle diocesi di Foligno e Assisi che ha ringraziato tutti i presenti, dalle autorità ai cittadini, riservando due ringraziamenti speciali a don Giuseppe Bertini, priore del capitolo della cattedrale “che ha custodito questo tempio nelle tenebre per 8 anni” e al vescovo Sorrentino, con l’augurio per il suo primo San Feliciano in cattedrale: “Un anno fa avevamo paura di non poter celebrare oggi la solennità nella nostra cattedrale, grazie per averci dimostrato che non dobbiamo avere paura”.
La “festa” è poi proseguita nel pomeriggio con la tradizionale processione per le vie della città, che è stata presieduta dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo emerito di Firenze. Con un centro storico gremito di folignati che hanno salutato il passaggio della statua del Santo.
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