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Omicidio Postiglione, il 17enne confessa: "Mi faceva del male"

Il ragazzo accusato dell'assassinio del capomastro ha ammesso il delitto ma è rimasto vago sul movente

Francesca Marruco

24 Dicembre 2024, 16:41

Omicidio Postiglione, il 17enne confessa: "Mi faceva del male"

"Mi faceva del male, e se non lo avessi ucciso io lo avrebbe fatto lui. Una volta mi ha anche portato a casa sua invece di andare al lavoro mi ha mostrato una pistola, forse per spaventarmi. Sono pentito di quello che ho fatto, ma non avevo scelta". E' sostanzialmente questo il cuore delle dichiarazioni che il 17enne di Foligno - diventerà maggiorenne nei prossimi giorni - ha fatto mettere a verbale nel corso dell'interrogatorio che si è tenuto la mattina del 24 dicembre davanti alla presidente del tribunale dei Minori, Grazia Isa Maria Mazzini e al procuratore dei Minori, Flaminio Monteleone a oltre un mese e mezzo dall'omicidio del capomastro 57enne, Salvatore Postiglione. 

Si è infatti finalmente tenuto l'atteso confronto con il minorenne, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, che fino adesso non era stato possibile per lue condizioni psichiatriche. Il giovane infatti è stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio a Foligno e poi ha avuto bisogno di un secondo ricovero in ospedale durante la detenzione all'istituto penale di Firenze. 

"Le condizioni di salute del ragazzo  - ha detto l'avvocato Ilario Taddei, che lo assiste assieme al collega Samuele Ferocino, entrambi presenti all'interrogatorio - sono migliorate. Ha un suo equilibrio, anche se precario e anche se è ancora in difficoltà a livello psicologico. Si è assunto le sue responsabilità e si è dichiarato pentito ma non ha raccontato tutto fino in fondo, c'è una sofferenza in atto che non gli ha permesso di dettagliare le vessazioni che ha detto di aver subito. Sul movente si percepisce che c'è qualcosa di cui si vergogna e si chiude".  

Durante l'interrogatorio il 17enne ha anche indicato dove avrebbe lasciato il coltello con cui ha colpito Postiglione oltre 50 volte. Ma quando gli è stato chiesto di essere più preciso e di dettagliare "il male" che ha detto di aver subito dalla vittima, si è fatto più confuso. Ha parlato di "influssi ed energie negative, di malocchio e macumbe", ed è arrivato a definire Postiglione come un diavolo. 

E' verosimile che, in un secondo momento, quando le sue condizioni lo permetteranno - del resto dall'iniziale impossibilità a interagire con chiunque in questa fase è riuscito ad ammettere le sue azioni confermando di fatto il quadro raccolto a suo carico -  confesserà tutto nei dettagli, dando finalmente a questo tragico evento il pezzo che manca e che, almeno fino ad ora, lo ha reso in parte incomprensibile: il movente. 

Intanto proseguono le analisi dei telefoni cellulari della vittima e del 17enne. E non è per niente escluso, che anche da queste emergenze possano delinearsi degli scenari ben precisi al di là di quello che il minorenne riuscirà o meno a dire. 

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