Cronaca
Il luogo dove l'omicida ha freddato a morte Postiglione
C'è un fermo per la morte di Salvatore Postiglione, il muratore freddato giovedì 7 novembre a Foligno con 13 coltellate che non gli hanno dato scampo. La svolta nell’omicidio di Foligno è arrivata dalle telecamere. I sospetti si erano concentrati nelle ultime ore su un minorenne, classe 2006, ex dipendente della ditta dove lavorava il capomastro ucciso. In fase di accertamento le immagini estrapolate dalle videocamere sia altri indizi al vaglio del commissariato folignate, della squadra mobile di Perugia e della procura di Spoleto. Tra i moventi possibili dissidi a seguito della conclusione del rapporto di lavoro. Questo è quanto emergerebbe dalla ricostruzione degli inquirenti. Tabulati, celle telefoniche e i messaggi contenuti nel cellulare di Salvatore Postiglione, il capomastro 56enne di un’impresa edile di Foligno ammazzato con tredici coltellate all’alba di giovedì scorso nel parcheggio di via La Louvière in zona La Paciana, dove la vittima potrebbe essere stato attirato con una trappola.
A 72 ore dall’omicidio, gli investigatori stanno passando al setaccio contatti e movimenti di Postiglione che la mattina del delitto si trovava nel parcheggio alle 6, circa un’ora prima rispetto all’agenda di quel giorno, in base alla quale avrebbe dovuto portare i colleghi, perlopiù giovani stranieri, alla visita del lavoro e poi in un cantiere di Nocera Umbra. Sotto la lente, però, ci sono anche gli spostamenti dei colleghi di Postiglione sia quelli della stessa ditta edile che di altre imprese, con l’ambiente dell’edilizia che resta al centro delle attenzioni investigative degli uomini del commissariato di Foligno e della squadra mobile di Perugia. Un collega di lavoro di Postiglione è quello che più aveva catalizzato l’attenzione degli inquirenti soprattutto per una serie di discussioni per comportamenti tenuti in cantiere reputati inappropriati da Postiglione. Dissidi, questi, che sono stati anche confermati dalla moglie del 56enne, che li ha comunque inquadrati come episodi a cui il marito sembrava aver dato un peso modesto, tanto che mai i due sarebbero andati oltre lo scontro verbale. Certo è, invece, che la Procura di Spoleto ieri ha incaricato la radiologa Sara Riccioni di eseguire una Tac sulla salma del capomastro, 56 anni, che dovrebbe essere in programma per lunedì 11 novembre, cui dovrebbe seguire nel pomeriggio di martedì l’autopsia, che dovrebbe essere eseguita dal medico legale Eleonora Mezzetti. Mentre per la famiglia a seguire l’esame autoptico sarà il medico legale Sergio Scalise Pantuso, incaricato dai legali dei Postiglione, gli avvocati Lucrezia e Alberto Maria Onori.
Entrambi gli esami concorreranno a fare luce sulla dinamica dell’omicidio, a partire dalla tipologia di arma con la quale l’assassino ha infierito su Postiglione, almeno per 13 volte, definendo la profondità delle coltellate al torace, la loro sequenza, e le lesioni agli organi della vittima, dal primo all’ultimo colpo, consentendo altresì di individuare quelli risultati fatali. Nuovo prezioso materiale ai fini degli accertamenti investigativi, che procedono a un ritmo serratissimo. Così come la ricerca dell’arma del delitto che al momento non sarebbe ancora nelle mani degli inquirenti. Ulteriore materiale che si aggiunge a quello già al vaglio degli inquirenti, come le immagini dell’assassinio ripreso da una telecamera di videosorveglianza privata presente in zona che giovedì mattina ha catturato tutta la sequenza dell’omicidio, che si è consumato all’esterno della Citroen station wagon vecchio modello, di proprietà della ditta edile, con cui quella mattina Postiglione era arrivato in via La Louviére. Quella che sarebbe diventata la scena del delitto, dove all’alba di giovedì, sotto una fitta nebbia, Postiglione ha incontrato il suo assassino.
A trovarlo a terra, agonizzante, immerso in una pozza di sangue erano state due impiegate di un’impresa di pulizie che si stavano recando al lavoro in alcuni uffici della zona. Una pozza di sangue ben visibile giovedì mattina in via La Louviére, ultima tappa di una fuga disperata della vittima dal suo assassino. Una fuga per circa una ventina di metri, iniziata dall’esterno della station wagon, in sosta nel parcheggio che si apre davanti al residence La Louviére, trovata con il motore acceso, il finestrino del lato guidatore abbassato e la portiera del lato passeggero - anteriore - aperta. Parte di una scena del delitto in cui a spiccare sul grigio dell’asfalto erano anche una scarpa, rimasta a terra, proprio accanto allo sportello della Citroen, e poco distanti anche una bottiglietta d’acqua, un paio di occhiali da vista, un cappello. Reperti utili, tutti al vaglio degli inquirenti, che da giovedì lavorano senza sosta per individuare l’assassino di Salvatore Postiglione.
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