UMBRIA
Adesione record delle imprese umbre ai bandi per gli incentivi sulle assunzioni. La pubblicazione è avvenuta il 25 agosto e Arpal (Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro) ha chiuso anticipatamente i termini il 30 settembre a quota 1.636 richieste, con un “montante” economico di oltre 15 milioni di euro. Ossia il triplo di quanto stanziato da Palazzo Donini dopo aver attinto ai fondi europei. C’è l’impegno dell’amministrazione a reperire le risorse mancanti per soddisfare le domande presentate dalle aziende che hanno assunto lavoratori con contratti stabili - a tempo indeterminato o apprendistato - dopo il 1 agosto oppure hanno stabilizzato dipendenti precari.
Lo stop al triplicare della mole delle richieste rispetto a quanto stanziato - 1 milione dal Fondo sociale europeo Plus 21-27 e 4 dal Fondo sviluppo e coesione - era già previsto e reso noto da Arpal nella fase attuativa dei bandi. La fine dell’istruttoria è annunciata entro pochi giorni. Ad assunzione verificata, per le richieste accettate è previsto il rimborso del 50% del contributo entro 6 mesi e il saldo entro 12 mesi dal contratto. La misura riguarda solo le nuove assunzioni (e non rimborso di quelle effettuate in passato) essendo operativa per i contratti stipulati a partire dal 1 agosto 2025.
Gli incentivi vanno da 9.000 a 15.000 euro per ciascun lavoratore assunto o stabilizzato, con importi maggiori riconosciuti per l’inserimento di giovani laureati per mansioni che prevedono il titolo di studio accademico e per le assunzioni di persone con disabilità oltre la quota di legge.
Il dinamismo del mercato del lavoro viene confermato dall’ultimo report Bankitalia sull’economia umbra nel primo semestre 2025, pubblicato ieri. Un quadro in chiaroscuro che vede il tratteggio più luminoso proprio sul fronte occupazione.
“L'occupazione ha continuato a crescere in misura sostenuta - scrivono gli analisi Bankitalia - più intensamente tra le donne e i lavoratori autonomi. Anche nella componente alle dipendenze è aumentata la creazione di nuove posizioni lavorative, estesa a tutte le classi di età e alle principali tipologie contrattuali. In un contesto di crescita delle forze di lavoro, la riduzione del numero di persone in cerca di occupazione ha determinato un calo del tasso di disoccupazione”.
L’andamento positivo del mercato del lavoro “si è riflesso nella positiva dinamica del potere di acquisto delle famiglie - continua Palazzo Koch - in parte attenuata dalla ripresa dell'inflazione di beni alimentari e servizi. I consumi sono cresciuti più che in Italia e sono stati ancora sostenuti da un ampio ricorso alle relative forme di credito. Sono tornate ad aumentare le erogazioni di mutui per l'acquisto di abitazioni, in connessione con la ripresa del mercato immobiliare. All'accelerazione dei depositi in capo alle famiglie, si è accompagnata la prosecuzione della crescita del valore a prezzi di mercato di tutte le principali tipologie di strumenti finanziari”.
La situazione economica e finanziaria delle imprese “si è confermata solida”. “Le disponibilità liquide risultano ancora ampiamente adeguate alle necessità operative e le valutazioni delle aziende sulla capacità di generare utili sono rimaste sostanzialmente inalterate. La qualità del credito è migliorata; l'incidenza delle nuove posizioni deteriorate è tornata su livelli assai contenuti nel confronto storico”.
Senonché, e arriviamo alle note dolenti, la crescita dell’economia in Umbria è rimasta “contenuta”. Secondo le stime Bankitalia basate sull'indicatore trimestrale dell'economia regionale (Iters), il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente, in linea con quanto osservato nel Paese. Pesano i dazi Usa. “L'industria - scrive Banca d’Italia - ha risentito della debolezza di fatturato e ordinativi, che si è estesa alla componente estera. Sulle esportazioni hanno pesato i primi effetti, diretti e indiretti dell'inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti. Il clima di fiducia delle imprese è rimasto basso e le attese sono progressivamente peggiorate. L'elevata incertezza legata alle crescenti tensioni commerciali e alla perdurante instabilità del contesto globale si è riflessa sui piani di investimento”. Spese modeste preconizzate anche nel 2026.
Nell'edilizia, con la fine del superbonus e della ricostruzione post sisma ormai quasi completata, “si è esaurita la lunga fase di sviluppo”. Nel terziario l'andamento è rimasto positivo. Il settore “ha tratto beneficio dalla crescita dei consumi e dal contributo fornito dal turismo, che ha confermato la fase di robusta espansione avviatasi all'indomani della pandemia. Le presenze hanno continuato ad aumentare, più intensamente per le strutture extralberghiere e da parte della componente straniera”. Infine la constatazione, numeri alla mano: il traffico passeggeri del San Francesco “ha raggiunto un nuovo massimo”. Entro la fine dell’anno la soglia dei 600 mila ticket staccati in 12 mesi sarà toccata e superata.
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