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TERNI

Ast-Arvedi: l'azienda convoca i sindacati per lunedì 26 maggio alle 9. Si apre la discussione sui dettagli del piano industriale

Antonella Lunetti

25 Maggio 2025, 22:47

terni ast arvedi acciaio

Lo stabilimento Ast di viale Brin

La richiesta di convocazione era partita all’indirizzo di viale Brin all’indomani dell’incontro dello scorso 2 maggio al Mimit. E ora il momento di confronto e approfondimento più atteso da parte dei sindacati sembra concretamente arrivato. Appuntamento quindi per lunedì 26 maggio alle 9, nella sede della biblioteca di Ast, all'interno dello stabilimento di Terni, per l’incontro convocato dall’azienda per aprire la discussione con le sigle sindacali sui dettagli del piano industriale per il sito ternano del cavaliere Arvedi.

Ci saranno gli amministratori delegati di Ast-Arvedi, Dimitri Menecali, e del Tubificio, Alessia Balloriani, e il responsabile del personale, Giovanni Scordo. Con loro i rappresentanti di Rsu e sindacati provinciali dei metalmeccanici.

“Sarà l’avvio della discussione - spiega Alessandro Rampiconi, segretario generale della Fiom Cgil di Terni - che di fatto chiedevamo come Fiom da tre anni. Ci servirà per conoscere i dettagli degli investimenti già fatti e quelli ancora da fare, pur consapevoli del ridimensionamento dei volumi, sia dal punto di vista economico dell’investimento stesso, perché si è scesi da un miliardo iniziale ai 560 milioni previsti adesso, sia sul volume della produzione, perché si passerà da un milione e mezzo di freddi al livello di 800 mila tonnellate. Nella discussione capiremo se ci saranno anche altre linee che verranno messe in stand by oltre al magnetico”.

Del piano di Arvedi per Terni si parla in queste ore anche riguardo a un maxi prestito che il gruppo cremonese starebbe negoziando con Bnp Paribas e Intesa Sp, come banche capofila, alle quali si aggregherebbero anche altri istituti di credito. Si parla di 900 milioni, che verrebbero poi ripartiti in quattro rami del gruppo, parte dei quali appunto per l’Ast, per un valore complessivo  di 350 milioni.

“Informazioni, che riguardano le strategie finanziarie riservate del gruppo sulle quali non vogliamo entrare - commenta Rampiconi - ma certo fa effetto vedere che si parli di 900 milioni di euro di prestiti, che è quasi pari a ciò che doveva essere investito su Terni, e che invece verrà distribuito su tutto il gruppo. Ma il nostro obiettivo adesso è porre domande sul piano industriale per Acciai Speciali Terni. Capire quanto svilupperà in termini di occupazione, quali saranno gli investimenti sugli impianti, i livelli di occupati diretti e come indotto, garanzie per i lavoratori somministrati”.

Dal ministero delle Imprese e del Made in Italy intanto si attende la stretta sulla firma dell’accordo di programma, che il ministro Adolfo Urso aveva assicurato entro la fine del mese di maggio. “Sull’accordo di programma - teme invece Rampiconi - credo che si perderanno ulteriormente le tracce. Manca ancora la convocazione e lunedì 26 maggio resteranno solo 4 giorni di tempo. Certo, non ci fa una bella figura la politica che continua a tardare ogni volta. Il 30 maggio temo sarà un’altra data superata a vuoto”.

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