ECONOMIA
Con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 marzo (e in vigore dal 28 marzo) il governo ha ufficializzato il bonus Tari 2025, uno sconto del 25% sulla tassa rifiuti per le famiglie con redditi più bassi. La misura, parte del pacchetto di aiuti contro il caro vita, punta a sostenere i nuclei a rischio povertà energetica.
Il beneficio è legato all’indicatore ISEE, lo strumento che misura la condizione economica delle famiglie. I requisiti sono due:
Nuclei standard con ISEE ordinario fino a 9.530 euro (soglia base).
Famiglie numerose (almeno 4 figli a carico) con ISEE fino a 20.000 euro.
Lo sconto sarà applicato automaticamente dai Comuni, grazie al trasferimento dati dall’Inps tramite l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera). Non servirà presentare domande: basta avere una Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) aggiornata e in corso di validità.
Il costo dello sconto sarà coperto da una componente perequativa inclusa nella bolletta Tari di tutti gli utenti, famiglie e imprese. Una scelta che ha sollevato critiche da parte delle associazioni imprenditoriali, preoccupate per l’impatto sui costi aziendali.
Alcuni Comuni, come Ragusa, hanno già introdotto soglie Isee più basse (es. esenzioni totali per nuclei con Isee fino a 3.000 euro). Per questo, è fondamentale verificare i criteri locali, spesso più generosi di quelli nazionali.
Per non perdere lo sconto, è cruciale:
Aggiornare la DSU ISEE entro i termini previsti.
Pagamento in regola della TARI degli anni precedenti (le morosità pregresse potrebbero bloccare il beneficio).
Arera dovrà definire entro 4 mesi le regole tecniche per l’integrazione dati tra INPS e Comuni. Intanto, i cittadini possono già consultare la piattaforma dell’Inps per verificare l’Isee e controllare se rientrano nei requisiti.
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