Il caso
L'assessore allo Sviluppo Economico, Sergio Cardinali
“Nei prossimi giorni ci faremo promotori di tavoli di confronto per trovare soluzioni in grado di restituire sicurezza, igiene e decoro urbano, garantendo il più possibile i diritti degli operatori”. Le parole sono dell’assessore comunale allo Sviluppo Economico, Sergio Cardinali. L’argomento ormai sta all’ordine del giorno e riguarda le condizioni di lavoro dei rider e, nel contempo, la sicurezza e l’igiene dei loro fruitori. Dopo la protesta dei ciclofattorini che spesso non vengono nemmeno iscritti nei contratti e sono costretti a lavorare in nero, senza parlare di chi usa i nomi dei delivery per scopi non proprio leciti, qualcosa si sta muovendo anche a Terni dove i rider non sono di certo pochi: “Io credo - spiega Alessio Badoglio, che insieme alla moglie Debora Millesimi, è portavoce dei rider ternani - che tra le piattaforme Deliveroo e Glovo siamo più di un centinaio perché, solo nel gruppo nostro, siamo una sessantina ed è solo quello di Deliveroo, quindi più del centinaio, quelli ufficiali, di sicuro”.
“In attesa di una contrattazione collettiva, che normi delle condizioni di lavoro migliori per tutti i rider – aveva dichiarato nei giorni scorsi Cardinali insieme all’assessore al Commercio, Stefania Renzi - l’amministrazione comunale intende coinvolgere la Prefettura, gli istituti assistenziali e previdenziali promuovendo delle iniziative tese, da una parte a fare emergere le sacche di lavoro nero insite nell’attività, e dall’altra a migliorare le condizioni di lavoro dei rider, attraverso la creazione di case dei rider, attraverso locali messi a disposizione per consentire le soste ed il riposo”. I rider chiedono maggiore tutela, garanzie contrattuali, sicurezza e igiene.
Igiene anche per i cittadini visto che, di fatto, spesso i prodotti vengono trasportati in contenitori di dubbia condizioni igienica e consegnati a domicilio da soggetti diversi da quelli che figurano sul messaggio dell’ordine ricevuto. “Alcuni lavoratori incontrati - spiega Cardinali - denunciano l’utilizzo di più account da parte di un unico soggetto e la cessione della consegna in itinere a soggetti sconosciuti dal sistema. Tutto questo rende impossibile un sistema di controllo. La contrattualizzazione dei rider è un problema di civiltà. In Spagna, se non si rispettano le regole contrattuali, è possibile multare le società perché è una legge a stabilire che il rider è un lavoratore subordinato. In Italia, vige un ordinamento diverso. Ad oggi, questi ciclofattorini lavorano in base ad una normativa che li rende o autonomi occasionali o lavoratori con partita Iva, quando non completamente in nero.
Solo i dipendenti di una unica società di quasi 6 mila lavoratori in Italia sono subordinati e vengono pagati ad ore, come qualsiasi altro lavoratore.
Per tutti gli altri lavoratori il numero effettivo di consegne e, soprattutto, il tempo impiegato per effettuarle, determinano il salario del lavoratore, praticamente un cottimo”. Dunque per i rider le tutele non sono così scontate come per altri lavoratori. “La spinta a correre – aggiunge l’assessore - dipende dalle condizioni di competizione imposte. È l’algoritmo a stabilire quale sia il tempo necessario per una consegna e la strada da percorrere, discriminando i lavoratori. La prestazione condiziona l’accesso al lavoro, premiando chi ottiene un punteggio più alto rispetto agli altri ed escludendo progressivamente dal sistema i meno performanti. In nessun caso il rider può interagire con l’algoritmo, e questo è proprio uno dei casi in cui l’utilizzo dell’intelligenza artificiale riduce a vittima i malcapitati lavoratori”.
L’altra faccia della sicurezza riguarda i cittadini fruitori del servizio ormai sempre più diffuso, che potrebbero vedersi arrivare in casa, insieme alla pizza, soggetti non identificati nel momento in cui sprovvisti di alcun rapporto codificato con l’azienda. La giunta comunale, su input dell’assessore Renzi, già dal 2023 ha proposto la nascita di gruppi di lavoro sul tema. “A Terni - spiegano alcuni rider - molti di noi operano senza contratto, spesso utilizzando più account e identità diverse grazie al subappalto di contratti ufficiali di piattaforme. Questo sistema permette a molti di aggirare le regole, creando un doppio danno: alle casse dello Stato ed a chi lavora onestamente nel settore”. I rider nei giorni scorsi hanno anche presentato un esposto alla guardia di finanza, avviando contatti anche con il comando dei carabinieri dell’Ispettorato del lavoro.
Oggi a gran voce chiedono un intervento concreto: “A peggiorare il quadro - proseguono i rider ternani - si aggiunge la totale assenza di controlli sull’igiene e sull’uso corretto degli zaini per il trasporto del cibo da parte dei rider irregolari. Una situazione che rischia di compromettere non solo il rispetto delle regole del mercato del lavoro, ma anche la sicurezza dei consumatori”. Dopo la scossa, dunque, il motore si è messo in moto. L’assessore Cardinali assicura impegno. “Cardinali ha preso molto seriamente questa nostra problematica – spiega Alessio Badoglio – stiamo lavorando ad un progetto che vorremmo portare all’attenzione nazionale e che potrebbe essere importante anche per altri Comuni. Con gli assessori Cardinali e Renzi – conclude Badoglio - ci vedremo di nuovo in settimana per valutare come procedere. L’amministrazione comunale ha intenzione di trovare soluzioni per migliorare la condizione dei rider e ci stiamo lavorando insieme”.
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