Umbria
Come funziona per quanto riguarda gli accertamenti dell'Agenzia delle entrate
Sono 70 mila imprese e 21 mila i professionisti dell’Umbria potenzialmente interessati al concordato preventivo biennale, lo strumento finalizzato ad aiutare le partite Iva di minori dimensioni a rispettare i propri obblighi fiscali e dichiarativi instaurando un rapporto collaborativo, trasparente e semplificato tra contribuenti e fisco. Si tratta, in concreto, di definire anticipatamente il reddito imponibile ai fini delle imposte dirette (Irpef, Ires, Irap e per i soggetti in regime forfettario l’imposta sostitutiva) per un periodo di due anni (solo il 2024 per i soggetti in regime forfettario).
A entrare nel dettaglio dello strumento è Roberto Tanganelli, presidente di Confprofessioni Umbria. “Si tratta di stabilire un livello di reddito concordato con l’Agenzia delle entrate - evidenzia - garantendo in cambio una maggiore certezza fiscale e semplificazioni per i contribuenti. Possono accedere i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfetario. Nei confronti dei contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfetario per il solo periodo di imposta 2024, l’applicazione del concordato preventivo è limitata, in via sperimentale, a una sola annualità.
Non potranno accedere alla proposta di concordato preventivo biennale i contribuenti per i quali sussiste anche solo una delle seguenti cause di esclusione: la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei tre periodi d'imposta precedenti a quelli di applicazione del concordato, in presenza dell'obbligo a effettuare tale adempimento; la condanna per uno dei reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, commessi negli ultimi tre periodi d'imposta antecedenti a quelli di applicazione del concordato”.
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Tanganelli analizza luci e ombre. “Tra i vantaggi - evidenzia -c’è il fatto che i soggetti che aderiscono alla proposta di concordato accedono a specifici benefici premiali e, salvo che ricorrano le cause di decadenza previste dalla legge, sono esclusi dagli accertamenti tributari. In particolare, se il contribuente accetta la proposta, i maggiori redditi effettivamente conseguiti durante il biennio 2024 e 2025 non verranno considerati ai fini del calcolo delle imposte. Inoltre, sulla parte di reddito concordato eccedente il reddito dichiarato nel periodo d’imposta antecedente (il 2023), verrà applicata un’imposta sostitutiva”.
E gli svantaggi? “In caso di non adesione - spiega Tanganelli - il contribuente verrà inserito in liste selettive e potrà essere soggetto a controlli da parte dell’Agenzia delle entrate. Resta inteso che, qualora il contribuente abbia correttamente adempiuto agli obblighi tributari, non vi sarà nessuna ulteriore conseguenza in termini di accertamenti fiscali”.
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