TERNI
L’avanzamento investimenti per la riconversione del sito Ast di Terni è l’ordine del giorno dell’incontro di mercoledì 9 ottobre, nel pomeriggio alle 15, al ministero delle imprese e del made in Italy, in via Molise a Roma, convocato dal ministro Adolfo Urso e con la partecipazione dei rappresentanti del gruppo Arvedi, delle istituzioni e delle parti sociali.
Al tavolo si dovrebbe parlare anche dello spinoso problema dei costi energetici, problema posto dal management aziendale e dai sindacati, mentre resta l’incognita della firma dell’accordo di programma.
Ma andiamo con ordine. Nei giorni scorsi, l’amministratore delegato di Ast, Dimitri Menecali, nel corso di un'audizione alla Camera dei deputati, ha sottolineato che, nonostante i ritardi per la firma dell’accordo di programma, il gruppo cremonese, non è stato fermo anzi sono stati spesi quasi 220 milioni di euro e lanciati investimenti per 350 milioni volti al bilanciamento delle capacità produttive del sito.
Occorre trovare una soluzione, per non costringere il management di viale Brin di utilizzare la cassa integrazione, attualmente in maniera emergenziale. In passato, causa l’esproprio degli impianti elettrici, la Terni pagava un prezzo convenzionato e, successivamente, riceveva contributi dallo Stato, messi fuori gioco dalla Unione Europea, vietati essendo appunto “aiuti statali”.
Per l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Terni, Sergio Cardinali, sarebbe opportuno stabilire un prezzo dell’energia elettrica uguale per tutti Paesi aderenti, per posizionare le aziende sullo stesso piano. Senza un accordo sui prezzi energetici, la firma dell’accordo di programma si allontana.
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