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ECONOMIA

Umbria, ci sono più pensionati che lavoratori. Il report della Cgia di Mestre: "Mancano 48 mila stipendi"

Andrea Pescari

25 Agosto 2024, 18:14

anziani

Nel Mezzogiorno si pagano più pensioni che stipendi. E' quanto scrive l'Ufficio studi della Cgia di Mestre nell'ultimo report pubblicato il 24 agosto 2024. Un fenomeno che rispecchia a pieno anche la situazione dell'Umbria, che si posiziona tra le ultime classificate nella graduatoria che pone a confronto le 20 regioni per il divario tra numero di occupati e pensioni erogate (dati al 2022). Nel Cuore verde infatti si pagano 401 mila pensioni contro le 352 mila buste paga, per un saldo fortemente negativo (- 48 mila). L'Umbria si posiziona al 15esimo posto, avanti solo a Sardegna, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Nella graduatoria dedicata alle province, Perugia e Terni si classificano rispettivamente 93esima e 89esima su 107. La forbice nel capoluogo è pari a - 26 mila (sono 296 mila le pensioni e 269 mila gli stipendi). La città delle acciaierie tra 105 mila pensioni erogate e 83 mila occupati segna uno squilibrio pari a - 22 mila

Nel report sono riportate le parole di Renato Mason, segretario della Cgia, che spiega: "Con tanti pensionati e pochi operai e impiegati, la spesa pubblica non potrà che aumentare, mentre le entrate fiscali sono destinate a scendere. Questo trend, nel giro di pochi anni, minerà l’equilibrio dei nostri conti pubblici. Per invertire la tendenza dobbiamo aumentare la platea degli occupati, facendo emergere i lavoratori in nero e aumentando i tassi di occupazione di giovani e donne che in Italia continuano a rimanere i più bassi d'Europa".

C'è chi sta messo peggio rispetto alle due città umbre. Basta guardare in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia dove le situazioni di Napoli, Lecce, Reggio Calabria e Palermo sembrano ormai compromesse. La provincia più squilibrata d'Italia è quella salentina con un saldo negativo di (- 97 mila). A seguire Napoli (- 92mila), Messina con (- 87mila), Reggio Calabria con (- 85mila) e Palermo con (- 74mila). Mentre, gli esempi più virtuosi provengono dal nord e dalla capitale. Milano è al gradino più alto del podio con una forbice di 342 mila buste paga in più rispetto alle pensioni erogate. Medaglia d'argento per Roma (+326 mila) e bronzo per Brescia (+107 mila). Tuttavia, Cgia avverte che il sorpasso delle pensioni erogate sugli stipendi è destinato a compiersi anche nel resto d'Italia. Infatti, secondo le previsioni di Unioncamere, entro "il 2028 sono destinati a uscire dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età 2,9 milioni di italiani, di cui 2,1 milioni sono attualmente occupati nelle regioni centrosettentrionali".

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