POLITICA
Magari fosse sempre così. In Parlamento dovrebbe viaggiare speditamente una proposta di legge condivisa da tutte le forze politiche della commissione antimafia. Tema il sostegno al “cammino di minori, figli e figlie nati in contesti mafiosi, degradati, opprimenti e violenti - e delle madri - per uscire da quegli ambienti”. Parola di Walter Verini (nella foto), parlamentare dem.
Su una questione sulla quale i partiti spesso se ne dicono di tutti i colori – la lotta alla mafia – forse si riesce a trovare quel compromesso nobile che è sale per la buona politica. Perché ci sono questioni di grande sostanza etica, che sarebbe davvero malvagio sottovalutare. E se c’è chi si vuole liberare dal legame – familiare – con le cosche, lo Stato deve fare la sua parte per intero.
E Verini lo ha fatto notare con una dichiarazione che è andata verso destra e verso sinistra: "Vogliamo ringraziare la senatrice PD Enza Rando perché la sua tenacia e il suo impegno, alla guida dell'apposito Comitato della Commissione Antimafia, hanno prodotto un risultato di grande rilievo: un testo, una proposta di legge condivisa da tutte le componenti della Commissione”.
“La proposta di legge, che vede appunto come prima firmataria in Senato la stessa Rando e alla Camera la Presidente della Commissione Colosimo, rappresenta un risultato concreto, importantissimo e unitario che corona anni e anni di battaglie dell'Associazione Libera di Don Ciotti (ascoltato su questo anche in audizione a San Macuto), sulla base del progetto ‘Liberi di scegliere’, nato dal giudice Roberto Di Bella, che lo ha applicato a Reggio Calabria e a Catania, dove è Presidente del Tribunale dei minori. Ora tutti sono chiamati all'impegno perché il Parlamento, nelle due Camere, faccia diventare al più presto legge effettiva la proposta, che rappresenta un contributo fondamentale di legalità, solidarietà e lotta alla criminalità organizzata. Come Gruppo PD in Antimafia abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte”, conclude il parlamentare umbro.
C’è da essere certi che si muoverà all’unisono anche la stessa maggioranza parlamentare per un progetto che può produrre solo risultati positivi.
Il lavoro della Rando e della Colosimo – che è esponente di Fratelli d’Italia – porterà ad un nuovo approccio verso quelle famiglie che intendono uscire fuori dal ricatto mafioso. Ed è un bene che si cominci a lavorare seriamente. Non mancano in Parlamento le competenze per agire bene e presto su un testo che al massimo ha bisogno di certezze finanziarie.
Ha scritto sui social la stessa Colosimo: “La legge tende una mano ai minori, e non solo, cresciuti in famiglie mafiose. Li allontana, li protegge, apre loro una nuova porta sul futuro, murando quella della malavita. È un modo – ha aggiunto la presidente della commissione antimafia – per strappare a un destino già scritto tanti giovani che si vogliono emancipare da una sottocultura e da un contesto sociale che spesso non lascia possibilità di scelta”.
La proposta di legge è quindi stata depositata e tutto nasce proprio dal progetto originario proveniente dall’associazione “Libera” di don Ciotti attraverso il protocollo ‘Liberi di scegliere’ che coinvolge già decine di minori e madri.
Secondo il procuratore per i minorenni di Reggio Calabria, Roberto Di Palma, le domande di adesione sono cresciute molto: passate da 9 nel 2023 a 26 nel 2024.
La speranza è che la legge nazionale dia copertura strutturata (finanziaria e organizzativa) al progetto, perché così possa diventare sistematico.
È significativo notare che proprio in Sicilia l’Assemblea regionale ha già approvato una legge regionale modellata sullo stesso protocollo, nello scorso mese di luglio.
La legge prevede interventi concreti per l’allontanamento di minori dai contesti mafiosi e un coordinamento regionale (assessorati, servizi sociali, istruzione, giustizia) per garantire percorsi di protezione.
E Libera continua a spingere per una legge nazionale stabile, non solo un protocollo.
Nel bilancio sociale di Libera si ribadisce la necessità di “rafforzare gli strumenti di allontanamento, denuncia e testimonianza” per donne e minori nei contesti mafiosi.
Tra gli interventi previsti ci sono:
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