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POLITICA

Sciopero generale di Landini. Il solito attacco al governo

La Cgil va avanti a suon di demagogia proponendo la patrimoniale: è un'operazione politica

22 Novembre 2025, 19:59

Sciopero generale di Landini. Il solito attacco al governo
Ma un sindacato che propone la patrimoniale come leva fiscale quale tipo di interlocuzione può avere col governo contro cui promuove lo sciopero generale?
È la Cgil, ovviamente, che va all’attacco a suon di demagogia anche per evidente concorrenza sullo stesso terreno da parte dei sindacati di base.
Il 12 dicembre lo sciopero proclamato – di venerdì – da Maurizio Landini; preceduto però da quelli un po’ più estremisti di lui il 28 e 29 novembre. Questi parlano di “manovra di guerra” con tanta fantasia, lui di patrimoniale col consueto cinismo.
Anche perché la manovra di governo con la legge di bilancio va nella direzione opposta: abbassa le tasse al ceto medio, riduce a tre le aliquote fiscali, taglia le imposte al lavoro “scomodo”, quello straordinario e festivo ad esempio. E poi ci sono i contratti – vedi enti locali e scuola – che comincia a rendere giustizia ai lavoratori dopo troppi anni di inerzia. Si sono firmati i rinnovi per il 2022…. Chi se ne era dimenticato, compagne e compagni? E chi non ha voluto apporre la propria sigla: esattamente la Cgil.
Così come va smantellata la fandonia della manovra per i ricchi. La riduzione fiscale parte dai redditi da 28mila euro lordi: gente ricca? Ma sono seri?
Poi aggiungono: ma la riduzione fiscale arriva anche a chi ha un reddito fino a duecentomila euro! Allora stanno male di testa: perché dovrebbero fare i conti con la tanto amata progressività delle imposte, che brandiscono come una clava per dire no alla flat tax e pretendere la patrimoniale.
No, se questa è la premessa dello sciopero generale siamo alla sagra delle falsità. Si vogliono mobilitare i lavoratori su presupposti fasulli.
Dice Paolo Capone, segretario dell’Ugl: “Landini ha deciso di creare nuovi disagi al Paese, con una scelta ideologica e politica. Il taglio dell'Irpef è un segnale di attenzione verso la classe media e il mondo del lavoro. Pur nei limiti delle risorse disponibili, si muove nella direzione giusta: sostenere chi contribuisce ogni giorno alla crescita del Paese. Dopo la riduzione strutturale del cuneo fiscale, questa misura rafforza il percorso verso maggiore equità e redistribuzione del reddito”.
Poi magari si offende, Landini, se gli si ricorda il “dettaglio” delle agitazioni proclamate a ridosso del weekend. È impressionante quel che gli ha ricordato la Lega: “Varie sigle sindacali, Cgil in testa, nel 2025 hanno organizzato 22 scioperi generali (sette sono stati annunciati tra novembre e dicembre), che si aggiungono a una miriade di mobilitazioni locali e di categoria.
Guarda caso, le forme più radicali di protesta sono state previste per quasi l’80% dei casi - ovvero 17 su 22, il 77,2% - di venerdì o di lunedì.
Maurizio Landini nega che voglia organizzarsi il weekend lungo: ci dica perché la difesa dei lavoratori non è mai in agenda, per esempio, in qualche mercoledì feriale.
Chiediamo rispetto per milioni di cittadini italiani ostaggio di qualche sindacalista festaiolo, viziato e capriccioso”.
Sempre dalle parti della Lega – ma è l’intero centrodestra, Meloni in testa, a criticare le modalità dello sciopero – c’è il deputato Rossano Sasso a rinfrescare la memoria al leader sindacale: “Landini si batte per il salario minimo, ma la Cgil firma un contratto da 5 euro l’ora nel comparto vigilanza. Si batte per il rinnovo del contratto della scuola, ma poi è l’unico a non firmarlo, rifiutando così aumenti e arretrati per docenti e personale ATA. E allora, cari lavoratori della scuola iscritti alla Cgil, siate coerenti con il vostro segretario: rifiutate gli aumenti in busta paga e gli arretrati, e scendete in piazza l’ennesimo venerdì per l’ennesimo sciopero anti-italiano. A mio avviso, la Cgil dimostra di essere sempre meno impegnata nella tutela dei lavoratori e sempre più utile a costruire leadership e candidature parlamentari per la sinistra. È così da oltre trent’anni, e trovo deprecabile costruire carriere politiche sulla pelle dei lavoratori”.
Sta a Landini smentire queste velleità che gli vengono attribuite sempre più spesso. Prima lo sciopero per Gaza, ora una presa di posizione da politica politicante sulla manovra, appare sempre più evidente che la sua ambizione sia quella di guidare la sinistra dal Parlamento.
Ma così facendo rischia di perdere una moltitudine di consensi per strada: quel che testimoniano gli stessi sindacati sulle forze politiche ormai sono univoci. Le posizioni estremiste non pagano più.
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