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Quella scritta a Perugia. E' l'odio che divampa

Su un muro a Ponte Pattoli: "Bruciare tutti gli ebrei". Una frase che dovrebbe indignare tutta la politica

22 Novembre 2025, 19:49

Quella scritta a Perugia. E' l'odio che divampa

Non è normale quello che sta succedendo nel nostro Paese. Ultimo della serie l’attentato – gravissimo – a Sigfrido Ranucci. Le contumelie quotidiane. Le scritte sui muri. Monta, eccome se monta, l’odio.
Ogni giorno, in ogni parte del Paese, cresce l’avversione contro il “nemico” politico, è finito il tempo di considerare semplicemente “avversario” chi la pensa diversamente da noi. E questo non è un bene, ma un male. E di quelli brutti.
Lo si vede anche in Umbria, persino a Perugia, come ha denunciato sui social Margherita Scoccia, capogruppo di Fdi nel Consiglio comunale del capoluogo. L’esponente del partito della Meloni ha scovato sulla rete una manifestazione di autentico odio, assolutamente grave, e ha avuto il coraggio di farla propria e mostrarla ai suoi follower per far capire a che punto si sta arrivando.

Si tratta di una fotografia terribile, che ritrae una scritta indegna: “Bruciare tutti gli ebrei”. È antisemitismo allo stato puro, quello vergato da un autore ancora ignoto (e speriamo che lo si scovi da parte degli inquirenti). Ovviamente non c’è firma, perché nelle tenebre della notte si lanciano segnali orribili ma senza il coraggio di esporsi, per non dover giustificarsi a rispondere di una “opinione” davvero criminale. No, non è un eroe chi ha sporcato un muro con quella robaccia.
Eloquente, severo e assolutamente giusto il commento della Scoccia: “Mi segnalano questa scritta comparsa su un muro di Perugia, nella zona di Ponte Pattoli. Lo scontro sta raggiungendo livelli di esasperazione. Esprimo ancora una volta ferma condanna contro ogni forma di intolleranza. La scritta va subito rimossa”. Dovrebbero rilanciare il suo post tutte le personalità politiche della città, almeno.
Sono parole sacrosante, e qui dobbiamo chiederci che cosa si sta insinuando in certe menti contorte che vanno in giro a scrivere “bruciare tutti gli ebrei”. Rimuovere la scritta e anche – aggiungerei – la nebbia che sta dentro certe teste che giocano a fare gli estremisti senza la capacità di comprendere ciò che seminano col loro veleno.
Il conflitto in Medio Oriente – che a fatica si tenta di spegnere con l’energica azione impressa dal governo di Donald Trump – può giustificare prese di posizione così gravi? Che cosa vuol dire lottare per la pace se deve significare pace eterna per l’altro?
Esageriamo se scriviamo che quella scritta è degna di Hamas e dei suoi sostenitori? Tra Perugia e Assisi si è svolta proprio la Marcia della pace: chi vuole “bruciare tutti gli ebrei” è consapevole che è esattamente il significato opposto di ciò che si intende rappresentare da parte di chi ha partecipato a quell’iniziativa in buona fede?
Difficile capirlo, se poi dai social emergono commenti ancora più devastanti rispetto alla denuncia della Scoccia: “Scontro, purtroppo, alimentato dal sostegno cieco allo Stato terrorista di Israele da parte del tuo governo”. Come se da Palazzo Chigi non fossero giunte più volte iniziative verso Tel Aviv per fermare la recrudescenza del conflitto e condanne sulla sproporzionalità della reazione israeliana. Ma quale “sostegno cieco”? Semplicemente rifiuto della propaganda fedele ad Hamas
C’è bisogno – da parte di tutti – di tornare a tonalità più civili nel confronto politico quotidiano e nella società, perché l’esasperazione parolaia determina effetti deleteri nelle menti più malate.
E sono le leadership a doversi misurare con maggiore responsabilità. Anche quelle sindacali, tanto per ricordare le parole di Maurizio Landini contro la premier Giorgia Meloni.
Prima o poi deve giungere l’ora di dire basta ad attacchi insensati, per concentrarsi semmai sulla qualità dei provvedimenti proposti o approvati e non semplicemente sulla firma di chi li promuove.
Sempre più spesso si prova la sensazione opposta: il nemico è quello che si indica con parole avventate a prescindere da ciò che fa. Non conta più il merito delle cose, ma chi le innalza come bandiera che l’altro rifiuta. Ma così rischiamo di vedere tutto precipitare a rotoli.
E per questo che indigna anche noi quella scritta su un muro di Perugia. Perché proprio quella è istigazione al genocidio, dove non si fa distinzione di razza, né di religione, né tra buoni e cattivi, ma si punta a indicare un popolo intero come responsabile collettivo di un male. È qualcosa di già visto nella storia e tutti vogliamo augurarci che non succeda mai più nulla del genere.
Ma siamo sicuri, ancora oggi, di vivere nel mondo giusto?

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