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Festività del 4 ottobre. Ecco perché ritorna

San Francesco è da sempre patrimonio dell'umanità

10 Ottobre 2025, 19:42

Festività del 4 ottobre. Ecco perché ritorna

No, il tema non è che quel giorno sarà festa nazionale, ma l’onore che si rende al più santo tra gli italiani. Francesco d’Assisi sarà festeggiato con una giornata particolare, consacrata da una legge dello Stato. La notizia è infatti recente: la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge per istituire la festa nazionale di San Francesco d’Assisi il 4 ottobre. Ora dovrà passare al Senato, e quindi sarà celebrata a tutti gli effetti il prossimo anno, che se la ricorrenza capiterà di domenica. Ma che importa, quel che è fondamentale è tributare l’amore di una Nazione intera al Poverello di Assisi.

Dalla Camera dei Deputati il voto favorevole è stato imponente: ben 247 sì, appena due i contrari e otto gli astenuti. Un plebiscito, dunque. Ora manca appunto solo l’ok del Senato per l’approvazione definitiva della legge istitutiva della festa nazionale di San Francesco, con tutti gli effetti civili previsti (ad esempio orari festivi nei luoghi di lavoro, divieti di compiere certi atti giuridici, ecc.). Le norme approvate prevedono che anche scuole, amministrazioni pubbliche ed enti del Terzo settore possano organizzare celebrazioni, manifestazioni ed eventi in occasione di questa giornata.

Ovviamente ci sono costi, previsti in circa 10,7 milioni di euro annui, a partire dal 2027, per coprire gli oneri legati al servizio nei giorni festivi nei comparti come sanità, sicurezza e difesa. Non potevano mancare gli scettici nei confronti del provvedimento. A partire dai costi, che nel bilancio della spesa pubblica nazionale davvero non sono così esosi. Si chiedono: ma lo Stato può permetterselo? Una domanda offensiva per la nostra tradizione e anche un po’ infantile visto quanto si largheggia per ben altro. Poi, pure la retorica: oddio come si fa con il lavoro… Dicono che aggiungere una festività può avere impatti su attività commerciali, produttive, sulla pubblica amministrazione. Alcuni temono che una festa in più comporti una riduzione della produttività o significhi costi aggiuntivi per servizi festivi.

E come fanno ad essere assenti i mangiapreti nel dibattito sulla legge per San Francesco. Costoro chiedono come si possa conciliare una festività che, seppur presentata con intento “laico” (valori universali di pace, solidarietà, ambiente), ha radici fortemente religiose per la figura cristiana celebrata. Non ci sono parole. Tra le tante sciocchezze contrarie c’è chi ha fatto persino notare che la proposta arriva vicino all’ottocentesimo anniversario della morte di San Francesco (2026), quindi alcuni la vedono come “politica simbolica” in vista di quella ricorrenza. E meno male, se fosse vero…

In realtà si resta nel solco di una tradizione propria dello Stato italiano che ha già voluto riconoscere nel 2005 il 4 ottobre, giorno di San Francesco d’Assisi, come “solennità civile e giornata per la pace, la fraternità e il dialogo tra le culture”.

E d’altronde parliamo del Patrono d’Italia.

Fu proclamato da Papa Pio XII assieme a Santa Caterina. Essendo patrono nazionale, è semmai logico che lo Stato italiano finalmente riconosca ufficialmente la sua figura, anche sul piano civile.

In San Francesco si ritrovano motivazioni e valori universali: la pace, il dialogo interculturale, il rispetto per l’ambiente, la solidarietà. Insomma, il santo visto come figura “laica” e universale, non solo religiosa. Per questo è stato scelto come simbolo di ideali che uniscono credenti e non credenti.

A questo va aggiunto che una figura nobile e bella come quella di San Francesco rappresenta anche un patrimonio culturale e storico non solo dell’Italia: e questa identità va valorizzata per educare le nuove generazioni e favorire iniziative di dialogo e cooperazione.

Nell’approvazione della legge, ha detto l’onorevole Bof, parlando per la Lega, con una riflessione profonda e che potrebbe appartenere a chiunque: “In tanti Paesi del mondo, le Giornate nazionali sono dedicate a figure che incarnano l’identità più profonda di un popolo. Ebbene, quale figura più autentica, più italiana e, insieme, più universale di Francesco? Egli appartiene ai credenti, ma anche chi non crede; appartiene all’Umbria, ma anche a chiunque nel mondo cammini nei cammini francescani alla ricerca di se stesso. È il patrono d’Italia, ma anche patrimonio dell’umanità. Per questo, il 4 ottobre non deve essere una festa solo religiosa, ma una festa civile, la festa della pace, la festa della fraternità, della cura del creato; una giornata in cui scuole, istituzioni e comunità locali possano animare iniziative di incontro, di riflessione o di volontariato; una giornata che diventi patrimonio comune laico inclusivo”.

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