A Perugia lo Stato batte il Comune 1 a 0. È il bilancio della zona rossa voluta dal governo Meloni a Fontivegge, un esperimento durato fino al 15 settembre. E che ha portato risultati.
Al punto che si fa sentire il deputato leghista Riccardo Marchetti nei confronti della sindaca Ferdinandi: “A Perugia servirebbe pugno duro contro chi delinque, ma l’unico pugno che conosce la sindaca è quello chiuso verso il cielo!”
Polemico? Certamente, perché le zone rosse non paiono tanto gradite a certa sinistra e invece servono eccome. A Fontivegge l’azione del governo ha dimostrato la sua efficacia e si lavorerà a qualche forma di mantenimento, magari in maniera flessibile. I numeri parlano chiaro: dal 16 giugno al 15 settembre, periodo in cui il quartiere è stato classificato “zona rossa”, sono state identificate 3.638 persone (1.444 stranieri, 6 irregolari), con 68 denunce, 12 arresti e 20 ordini di allontanamento. Controllati 1.354 veicoli, 5 dei quali sequestrati, e contestate 25 infrazioni al Codice della strada con 5 patenti ritirate. Sequestrate anche droga e armi. Sono i dati emersi dalla prefettura.
Quel che pare mancare, in Comune, è proprio l’azione dell’amministrazione. A fronte della richiesta di atti di giunta concreti in materia di sicurezza e decoro, non si registrano iniziative degne di considerazione sul tema.
Non risultano dati sui controlli sugli immobili, nessun regolamento per i locali a rischio, nessun intervento strutturale per contrastare il degrado urbano che alimenta paura e insicurezza.
Insiste Marchetti: “È inaccettabile che il Comune resti a guardare, illudendosi che lo Stato possa farsi carico di tutto. Mentre l’amministrazione comunale sta facendo sprofondare la città nel degrado e nell’insicurezza, la Lega e il Centrodestra non abbandoneranno i perugini: continueremo a lavorare con serietà affinché Perugia possa tornare a essere sicura”. Del resto, proprio la recente riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha sostanziato la tesi di Marchetti.
E proprio il provvedimento voluto dal Governo si è rivelato fondamentale per contenere gli episodi di criminalità nell'area della stazione di Fontivegge. I dati sono inequivocabili: la presenza rafforzata delle forze dell'ordine, resa possibile grazie all'impegno del ministro Matteo Piantedosi, ha portato a una riduzione sensibile dei reati, dimostrando che quando lo Stato interviene con fermezza, si producono risultati concreti a vantaggio della sicurezza.
Sulla questione zona rossa è interessante anche la presa di posizione di Fratelli d’Italia, col suo coordinatore cittadino Filippo Vitali. Anche lui denuncia le carenze giunta Ferdinandi e sottolinea i risultati ottenuti grazie alle misure adottate dal Governo Meloni: “Lo Stato ha dato una risposta efficace ai cittadini con servizi straordinari di controllo, riportando sicurezza e ordine in una delle aree più delicate della città”, ha affermato. Il rappresentante di FdI ha ringraziato le forze dell’ordine per il loro impegno quotidiano, sottolineando come la presenza dello Stato sia fondamentale nel contrastare degrado, spaccio e violenza. Tuttavia, Vitali ha puntato il dito contro la gestione della Giunta di centrosinistra, che, a suo avviso, avrebbe fatto registrare un aumento della percezione di insicurezza.
“La Giunta Ferdinandi si distingue per scelte discutibili, come il demansionamento del nucleo di polizia e la mancata attribuzione di una delega specifica alla sicurezza”. Vitali ha anche criticato le promesse di “prevenzione sociale” e “animazione territoriale” fatte nell’agosto 2024, che a suo avviso non hanno prodotto risultati concreti. Anzi, ha osservato, si assiste a un fenomeno di prostituzione diurna, incuria e abbandono, che testimoniano l’inadeguatezza delle politiche adottate. “Perugia merita una strategia seria sulla sicurezza, capace di valorizzare i risultati ottenuti con la zona rossa e di non lasciare soli i cittadini”, ha concluso Vitali, chiedendo un impegno più deciso da parte dell’amministrazione comunale. Il dibattito sulla sicurezza a Perugia dunque si riaccende, con la richiesta di un’azione concreta e coordinata tra istituzioni locali e nazionali per tutelare la qualità della vita e la tranquillità della popolazione. Ma il tema resta antico: sulla sicurezza chi è più credibile tra destra e sinistra? E qui il derby sembra avere un “vincitore” nelle forze politiche che stanno al governo dell’Italia. Perché il lassismo non aiuta, occorrerebbe dire a chi amministra Perugia.
