POLITICA
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri
Il tema c’è tutto, la casa non si tocca, altro che Ilaria Salis e compagnia dei centri sociali. Le norme a tutela dell’abitazione di proprietà introdotte dal recente decreto sicurezza voluto dal governo Meloni – Lega in testa – contro le occupazioni abusive, hanno fatto centro anche a Perugia.
Proprio la Lega sta illustrando le nuove regole in tutta Italia con il proprio dipartimento nazionale sicurezza e immigrazione e Riccardo Marchetti, deputato e leader regionale del Carroccio, ha chiesto e ottenuto una tappa anche in Umbria.
Il bisogno di sicurezza ha fatto breccia anche nel capoluogo, a dimostrazione che è la strada giusta da seguire per garantire ai cittadini maggiori tutele. E non ai delinquenti che pensano di farla franca.
Importante la partecipazione, ancora più importanti i contenuti. La legalità come valore da privilegiare, questo il messaggio più importante al centro di un decreto che pone la casa come bene inviolabile.
L’iniziativa voluta da Marchetti – che ha ovviamente invitato anche il dirigente nazionale del dipartimento Tonelli – ha consentito alla vasta platea di partecipanti di comprendere fino in fondo quali sono gli interventi normativi approvati al fine di contrastare l’illegalità e tutelare chi rispetta le regole fissate per legge.
Si tratta di un cambiamento significativo rispetto al passato. In sostanza il domicilio torna a essere inviolabile, e l’occupazione abusiva diventa reato con risposta immediata: non ci saranno più “favori” a quella che veniva definita microcriminalità e colpiva nel profondo i proprietari di case.
Ma la sicurezza non si ferma qui e proprio Marchetti ha messo in evidenza l’errore compiuto dalla giunta comunale del capoluogo, che ha privato i propri agenti del Taser. Ma questa è un’evidente scelta politica di un’amministrazione che ha evitato persino di nominare un assessore alla sicurezza: l’attenzione alla legalità da garantire ai cittadini sembra diventata un optional.
Però, grazie al decreto ci sarà ancora altro, come l’estensione del Daspo urbano alle aree limitrofe alle stazioni, l’introduzione delle body cam per gli agenti, l’arresto differito fino a 48 ore e il ripristino del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria a Perugia: e qui va ricordato come si sia battuta proprio la Lega anche grazie all’azione del sottosegretario alla giustizia Ostellari.
Poi, le azioni concrete già messe in atto. L’on. Caparvi, primo cittadino di Nocera Umbra, ha tenuto a ricordare l’applicazione di una norma regionale ha portato alla revoca dell’alloggio popolare a un condannato per reati gravi: ma il provvedimento ora pare voglia essere contrastato da esponenti della sinistra. L’assurdità di tale atteggiamento ci farebbe tornare al tempo in cui chi violava la legge veniva premiato e punito invece chi la rispetta. Davvero inaccettabile.
Ma che la Lega voglia sostenere compattamente il nuovo corso impresso dal governo prima e dal Parlamento poi, lo hanno testimoniato anche Melasecche e Donatella Tesei, che sulla battaglia per la sicurezza in regione non intendono mollare di un centimetro.
Per entrambi, il nuovo decreto Sicurezza fornisce risposte concrete alla crescente domanda di legalità, prevedendo sanzioni più severe contro chi aggredisce agenti, garanzie legali per le forze dell’ordine e procedure immediate per lo sgombero delle abitazioni occupate.
Concetto ribadito proprio da Marchetti, che vede nella nuova legge “una risposta concreta al bisogno di legalità”.
Lo ha scritto anche su Facebook il leader regionale della Lega: “Perugia sta vivendo un’emergenza sicurezza sotto gli occhi di tutti. La scelta dell’amministrazione Ferdinandi di togliere il taser agli agenti rappresenta un grave passo indietro: uno strumento introdotto dalla Lega proprio per garantire maggiore protezione a donne e uomini in divisa e, di conseguenza, a tutti i cittadini. Non è accettabile che per motivi ideologici si finisca per indebolire chi ogni giorno rischia la vita per difendere la comunità”.
Con un affresco drammatico della situazione del capoluogo: “Oggi la cronaca di Perugia somiglia sempre più a un bollettino di guerra: risse, aggressioni, spaccio e violenze. Se questa deriva è stata almeno in parte contenuta lo si deve al Governo nazionale, che ha istituito la zona rossa a Fontivegge e potenziato gli organici delle forze dell’ordine sul territorio. Ma non basta: serve che anche il Comune faccia la propria parte, altrimenti il rischio è quello di tornare alla Perugia buia e insicura dei primi anni Duemila”.
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