POLITICA
Hai voglia a sinistra a tentare di costruire un’offerta politica per i cattolici. E non si può dire che non ci abbiano provato a lanciare ami per le esche. Ma gli va sempre male. E i motivi sono innegabili: la deriva estremista del Pd di Elly Schlein; il “più uno” costante dei pentastellati di Giuseppe Conte; la vocazione frontista di Bonelli e Fratoianni rendono impossibile qualsiasi tipo di alleanza. Troppo spesso la Chiesa viene additata come nemico perché difende coerentemente valori sacri.
E, quasi a sorpresa (per gli altri, non per chi conosce le cose di questo mondo) è proprio il centrodestra sovranista a costruire quello che potremmo chiamare il campo sacro… Un dialogo che c’è sempre stato, in verità, e che fu interrotto dalle esperienze di governo del cattolico adulto – così gli piaceva farsi chiamare – Romano Prodi.
L’intero schieramento di governo di centrodestra è ormai titolato a parlare al mondo cattolico quasi in esclusiva. E se su Antonio Tajani potevano esserci pochi dubbi, l’accoglienza tributata a Rimini dal Meeting di CL alla premier Giorgia Meloni e l’udienza concessa da Papa Leone XIV a Matteo Salvini la dicono lunga su dove si punta per affermare i valori dell’uomo. Anche i “sovranisti”, i “conservatori” sono interlocutori degni di considerazione dalle sempre più vaste fasce di mondo cattolico rimasto da troppo tempo senza rappresentanza.
Lo testimoniano anche gli eventi più suggestivi e recenti. Per la Meloni emozioni e ovazioni su quel palco di Rimini, dove non è facile conquistare una platea non incline a farsi fregare. La premier ha saputo adoperare – perché le è proprio e non costruito – il linguaggio che i cattolici vogliono ascoltare. La pace, la famiglia, la casa. La giustizia sociale e la scuola. Non ci sono solo gli affari e la finanza a determinare il cammino del mondo.
Certo, la politica non è fatta di santi, ma quello che potremmo definire il peccato più grave è rinunciare ai propri valori per il potere. Assolutamente importante anche l’udienza concessa dal Pontefice al leader della Lega e vicepremier. Si è trattato di un evento significativo, soprattutto perché durante il pontificato di Papa Francesco, Salvini non era mai stato ricevuto singolarmente dalla Santa Sede. Il tutto era stato derubricato come una mancanza di richiesta di udienza. Per alcuni un modo molto diplomatico per rappresentare un incontro mai avvenuto, soprattutto a causa di un Papa troppo ostile alle politiche migratorie del centrodestra e di Salvini in particolare. Eppure quante volte la Chiesa ha proclamato anche “il diritto a non emigrare”…
Al di là di come possano stare le cose di allora, in realtà, dopo quanto accaduto venerdì in Vaticano, l’incontro tra Papa Leone e Salvini viene interpretato come un segnale di disgelo nei rapporti tra il Vaticano e il leader della Lega. E anche questo può far bene alle politiche della compagine di governo.
E bisogna fare attenzione a quello che emergerà come disegno coerente e strategico: il centrodestra (Meloni e Salvini in testa, e anche Tajani) sta cercando di stringere legami con la sfera cattolica, non tanto in chiave confessionale, ma simbolica, valoriale e comunicativa. Sarebbe improprio speculare su una sorta di “benedizione” clericale al centrodestra. Ma certo non c’è crisi nei rapporti tra governo e Chiesa ed è un bene per tutti. Quello che abbiamo battezzato come “campo sacro” non va certo inteso in religioso o clericopolitico. Ma piuttosto come un posizionamento elettorale che fa leva sui valori condivisi dal mondo cattolico conservatore: famiglia, solidarietà, pace, libertà educativa, stabilità sociale. Sembra di poter dire senza tema di smentita che il centrodestra stia costruendo, più che un’alleanza clericale, un’identità politica che dialoga con i simboli e i sentimenti cattolici. E da qui deriveranno programmi che poi dovranno tradursi in scelte legislative portate avanti in libertà e autonomia ma sicuramente convergenti sul piano valoriale.
Il confronto con Comunione e Liberazione al Meeting di Rimini, l’attenzione simbolica al Papa, i linguaggi evocativi: tutto contribuisce a circoscrivere un “campo sacro” politico, fatto di valori condivisi con l’elettorato cattolico. Detto in maniera neutra: non si tratta di un ritorno delle alleanze tra politici e Chiesa, ma di un impegno mirato a costruire una narrativa che parla a chi vede in quei valori un’ancora.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy