Attualità
Ma quale spionaggio, ma quale infiltrazione… Da “potere al popolo” – formazione minuscola di estrema sinistra – e dai media che sembrano custodire una specie di obbligo editoriale ad attaccare il governo, la solita strategia del chiagni e fotti.
Non c’è stato alcunchè di illecito, nonostante urla e schiamazzi, ma l’ordinaria attività di controllo che si fa da sempre e per fortuna in occasione di manifestazioni a forte rischio critico.
E in questi giorni, con la certezza del dovere compiuto, è toccato al sottosegretario umbro agli Interni, Emanuele Prisco di Fratelli d’Italia, riportare ordine nelle parole a vuoto pronunciare con troppa superficialità contro le forze dell’ordine.
Il tutto in risposta ad una interrogazione della deputata pentastellata Gilda Sportiello, che non è riuscita a trovare argomenti efficaci per replicare alle parole senza ombre dell’esponente del governo Meloni.
Prisco ha esordito ricordando le tensioni internazionali che sono al centro di varie manifestazioni di protesta anche in Italia, nella maggior parte dei casi con il protagonismo “dei collettivi studenteschi universitari, con evidenti riflessi sul piano dell'ordine pubblico e un aumento del rischio di possibili derive violente”.
I numeri parlano chiaro: nel corso del 2024, si sono registrate oltre 12.000 manifestazioni e soltanto nel 2 per cento dei casi si sono verificati episodi di turbativa dell'ordine pubblico, ciò grazie alla competenza, alla professionalità e all'equilibrio delle Forze dell'ordine, che, per garantire la sicurezza, hanno riportato, tuttavia, 273 feriti, con un incremento del 127 per cento rispetto all'anno precedente.
Nei primi sei mesi di quest'anno, si sono svolte oltre 6.500 manifestazioni, delle quali 150 con riflessi di ordine pubblico e, purtroppo, sono stati 84 gli appartenenti alle Forze di Polizia rimasti, in queste, feriti. “In tale contesto, ha ricordato l’on. Prisco, sono maturati livelli crescenti di conflittualità nelle principali città italiane e in alcune sedi universitarie”.
Di qui l’azione di prevenzione della Polizia di Stato che “ha ritenuto necessario rafforzare gli strumenti informativi per prevenire turbative per l'ordine e la sicurezza pubblica e la conseguente commissione di condotte criminose”.
Nulla di speciale, ha detto il sottosegretario, si tratta di attività che sono sempre state svolte, anche in passato, perché previste dalla legge per la tutela di interessi primari della collettività.
Per quel che riguarda Potere al Popolo, l'attività informativa in questione “è stata svolta da agenti della Polizia di Stato, regolarmente iscritti all'università, dove frequentano lezioni e sostengono esami con le proprie vere generalità. Gli agenti, quindi, non hanno mai operato sotto copertura, non avendo mai fatto ricorso a false identità, né nei loro rapporti sociali, né durante la frequentazione universitaria”.
Anche perché è opportuno sottolineare che gli operatori di Polizia non hanno mai svolto – ha tenuto a dire il rappresentante del Viminale - attività di infiltrazione in alcun partito o movimento politico, ma hanno semplicemente partecipato ad iniziative pubbliche organizzate da aggregazioni studentesche con connotazioni estremistiche che avevano manifestato una crescente aggressività, venendo in contatto, quindi, con molteplici realtà antagoniste.
Nessuna operazione sotto copertura, dunque, nessuna infiltrazione in partiti e movimenti politici, ma soltanto l'adempimento dei propri compiti istituzionali nel pieno rispetto della legge.
La stessa replica dell’esponente pentastellata è risultata indebolita dagli argomenti seri portati da Prisco in aula. La Sportiello si era mossa – come ha detto a Montecitorio – per le denunce fatte “dagli attivisti e dalle attiviste dei vari collettivi di Potere al Popolo che sono stati coinvolti e coinvolte in queste vicende”. Eloquente questo passaggio della deputata M5s: “Ho riportato dichiarazioni che era sugli organi di stampa”. E quindi si danno per vere le balle raccontate da chi ha interesse a screditare governo e forze di polizia? Ma va dato atto alla Sportiello di aver ammesso, dopo l’intervento di Prisco, che “scopriamo che, in realtà, le cose sono andate diversamente”.
Però, la tentazione di “buttarla in caciara” c’è stata, con strumenti tipo interrogazioni basate su articoli di giornale. Attaccare a testa bassa non aiuta il lavoro prezioso che svolgono le forze dell’ordine e anche se si è all’opposizione bisogna saperlo apprezzare. In Italia non c’è una “Spectre”.
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