Domenica 05 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

POLITICA

Le violente minacce a Scoccia, non devono restare impunite

La consigliera comunale di Fratelli d'Italia presa di mira da uno stalker sui social

11 Agosto 2025, 11:14

Perugia, Scoccia contro un utente anonimo su Instagram: "Commenti sempre in modo aggressivo. Perché non ci metti la faccia?"

Margherita Scoccia, consigliera comunale di Fratelli d'Italia

Chissà se alla manifestazione per il 25 aprile Margherita Scoccia (nella foto) ha sfiorato il suo stalker. La consigliera perugina di Fratelli d’Italia – che è stata candidata a sindaco per il centrodestra nel capoluogo – ha dovuto sopportare nei giorni scorsi le minacce di un soggetto che si è scatenato sui social.

Le ha rimproverato la militanza politica, la sua passione, la rappresentanza dei cittadini. Con un triste presagio di morte: “Questa inetta rappresenta tanto bene il fascismo…, gli auguro la stessa fine de lu poru Benito”, con evidente allusione alla sorte di Mussolini.

Minacce e insulti che sono stati messi insieme dalla Scoccia e consegnati alla polizia postale per individuare il soggetto in questione, denunciarlo e processarlo. Affinchè finisca la tolleranza verso persone violente a partire dal web.

L’episodio più grave è avvenuto poco più di una settimana fa, il 18 aprile 2025, sotto un post pubblicato su una pagina Facebook che dava notizia di una presa di posizione politica della Scoccia. E giustamente la consigliera ha sporto denuncia alla polizia postale, che ha avviato un’indagine sull’accaduto, i cui esiti però ancora non sono noti.

Dopo un iniziale silenzio, va detto che la solidarietà a Margherita Scoccia è stata espressa anche dalla sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, anche lei con parole nette contro “la violenza verbale sui social media”. Di più: anche la proposta di “avviare insieme un ciclo di incontri nelle scuole per sensibilizzare i giovani sull’uso responsabile dei social network e sulla violenza di genere”. E va aggiunto che la solidarietà della Ferdinandi non è stata certo di facciata (del tipo una breve nota e via) ma è stata pubblicizzata con un video in cui la prima cittadina ha spiegato nel dettaglio le motivazioni della sua iniziativa di vicinanza alla Scoccia.

Lo stesso riferimento alla violenza di genere non è stato fuori luogo, perché spesso si tende a prevaricare il genere femminile anche sulla rete. Anche se paradossalmente pare che a vergare gli insulti alla consigliera di Fdi sia stata proprio una donna. Esempi simili si sono riscontrati sia a danno della governatrice Proietti che della Tesei, oltre che della stessa Ferdinandi.

E anche per questo la Scoccia non ha voluto mettere il silenziatore alle minacce ricevute: “La violenza, anche quella verbale, non è mai accettabile”. Parole come quelle che ha ricevuto “non hanno nulla a che vedere con il confronto politico. Augurare la morte o evocare scenari di violenza fisica travalica ogni limite. La libertà di espressione non può trasformarsi in odio”.

La violenza scatenata sui social per una volta non è rimasta senza reazioni, probabilmente anche per la ferma presa di posizione della vittima. Si è trattato di un episodio ha suscitato indignazione da parte di esponenti politici e cittadini, evidenziando la necessità di affrontare con determinazione il problema dell’odio online e delle minacce rivolte a figure pubbliche.

Ed è importante che non ci sia l’oblio attorno alle tristi “imprese” di certi personaggi che approfittano della libertà concessa dal web per poter esprimere tutto quello che gli passa per la testa senza rendersi conto – almeno ci auguriamo – di quel che possono provocare spargendo odio.

L’auspicio è che la polizia postale faccia in fretta ciò che è chiamata a compiere, per evitare che passi impunito ogni gesto di richiamo a pratiche violente. In attesa di sviluppi investigativi, la consigliera ha già trasmesso alle autorità tutti i materiali utili alla ricostruzione del fatto: screenshot del commento, link alla pubblicazione originaria e dettagli relativi al profilo dell’autrice. Sarà ora compito delle forze dell'ordine capire se esistano gli estremi di una querela per minaccia o di ulteriori ipotesi di reato.

Il fascicolo è stato comunque aperto per valutare se nel contenuto possano configurarsi gli estremi di reati perseguibili penalmente, come l’istigazione alla violenza, la diffamazione aggravata e la minaccia.

È evidente che bisognerà provare la presenza di una responsabilità penale, che comporterebbe le relative sanzioni: il codice penale prevede pene dalla multa fino alla reclusione, in base alla gravità delle affermazioni e alla valutazione della volontarietà con cui il messaggio è stato formulato e condiviso.

Nessuno impone ad altri di abbracciare un avversario politico, ma c’è un limite che non va mai valicato in democrazia ed è quello del confronti civile.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie