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POLITICA

L'obiettivo della pace si centra con l’equilibrio

Il tema del conflitto tra Israele e Palestina infiamma il dibattito politico

06 Aprile 2025, 17:57

L'obiettivo della pace si centra con l’equilibrio

Ma la presidente dell’Umbria Stefania Proietti si è accorta di quello che va dicendo in giro il suo assessore alla “pace”, Fabio Barcaioli?
Mentre il mondo è scosso dai bambini consegnati morti ammazzati da Hamas ad Israele, lui continua a caratterizzarsi in maniera estremista contro il governo del popolo ebraico. Stefania Proietti, madre e cristiana, non può nascondersi.
Non c’è dubbio, anche altre immagini sono devastanti. Prima della tregua di queste settimane, ad essere uccisi ci sono stati anche bimbi palestinesi, negli orrori della guerra seguita al massacro del 7 ottobre 2023.
Ma le frasi ripetute come un mantra dall’assessore umbro sono inaccettabili. Il tema del genocidio imputato a Israele – che semmai lo ha subito ed è la storia a parlarne – è di quelli urticanti, che fanno perdere la ragione. Barcaioli, appena nominato assessore, ha ricevuto quegli studenti palestinesi che al 7 ottobre guardano come “data del riscatto”. Ma è possibile roba del genere?
Di più: usare come schermo il rapporto tra Assisi e Betlemme – nel comunicato che dava notizia dell’incontro con i palestinesi - appare come una provocazione per costringere la stessa Proietti ad assumere una posizione che non può essere la sua. Ed è bene che la governatrice lo chiarisca con urgenza.
Barcaioli si è detto sgomento che ”Il Foglio” – nei giorni scorsi – lo abbia accusato di voler sdoganare proprio la parola “genocidio” contro Israele. Ma volendo smentire conferma quando ripropone quell’articolo sulla sua pagina Instagram: lo commenta attribuendo ad Amnesty Internazional la posizione antisraeliana che certo lui non ha evitato di assumere.
Il tema resta quello che riguarda proprio la sua presidente: Umbria è terra di pace o di estremismo e livore antisraeliano? È una domanda che si pongono in molti e certo non potrà essere ignorata da chi la governa. Il terrorismo sta dalla parte opposta rispetto alla democrazia. Anche in Medio Oriente.
Barcaioli ha espresso più volte la sua posizione favorevole alla “necessità di una pace giusta” e ha criticato alcune politiche internazionali che a suo parere non tengono conto delle sofferenze dei palestinesi. Questo lo ha messo evidentemente in contrasto con chi ha una visione diversa del conflitto israelo-palestinese.
La sua è una posizione che lo ha portato ad essere al centro di discussioni politiche, con alcuni che lo supportano per il suo impegno a favore dei diritti umani e della pace, mentre altri critici considerano la sua visione troppo schierata. La sua partecipazione a dibattiti pubblici su questo tema ha suscitato diverse reazioni tra chi lo considera un difensore dei diritti dei palestinesi e chi invece non apprezza affatto le sue teorie.
Quando in pubblico si usa proprio il termine genocidio per descrivere la situazione dei palestinesi, il rischio di esprimere un’opinione collaterale al linguaggio dei filo Hamas è concreto. Il che può essere rubricato tranquillamente come opinione personale del militante politico Barcaioli. Ma se egli diventa assessore, sarà pur lecito capire se quell’espressione sia condivisa anche da chi lo ha nominato nella giunta regionale.
Fino a prova contraria la posizione dell’Italia sul conflitto in Medio Oriente dovrebbe essere manifestata dal governo, dalle autorità nazionali. Se tutto diventa lecito, potremmo avere tante politiche estere a seconda di chi governa i territori?
La guerra è un male per tutti. Questo non può significare abbracciare apoditticamente le tesi di una parte senza rendersi conto di che cosa abbia provocato la reazione dell’unica democrazia esistente in quella lontana regione come l’area mediorientale.
Ad esempio, è in grado l’assessore della giunta Proietti di far firmare ai suoi interlocutori che “il 7 ottobre fu un’infamia terroristica” oppure sa già che non ci sarà né la possibilità di proporla né soprattutto la volontà di aderire a questa affermazione?
Atteggiamenti quantomeno non equidistanti non aiutano certamente la causa della pace. Anche per questo, purtroppo, si fa sempre più lontano l’obiettivo dei due popoli e dei due Stati. Ed è l’assessore dell’Umbria a voler decidere chi ha torto e chi ha ragione?

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