POLITICA
Alessandro Giuli, ministro della Cultura
A volte pare di vivere in un altro mondo. Il centrodestra ha nella sua tradizione una società più libera, superando i vincoli burocratici, ad esempio, quelli che bloccano lo sviluppo dell’economia. Eppure, riesce a impressionarsi perché un emendamento della Lega – che sarà trasformato in disegno di legge, così saranno tutti più contenti – ha proposto di ridurre gli enormi poteri sul territorio da parte delle soprintendenze.
Una scelta politica, quella del partito di Salvini, che ha avuto consensi anche in Umbria, come testimoniano le firme in calce ad un comunicato da parte di diversi sindaci della regione: “Rendere non più vincolante il parere delle Soprintendenze, con l'eccezione dei grandi monumenti o le rilevanti opere storiche. Questo in un'ottica sia di semplificazione del Paese, come è stato per il Salva Casa voluto dal ministro Salvini, sia in linea con la nostra visione autonomista. Basta a centinaia di pratiche negli uffici dei nostri comuni che intasano di burocrazia e non fanno il bene dei cittadini".
Lo affermano in una nota i sindaci della Lega in Umbria: Virginio Caparvi, sindaco di Nocera Umbra, Stefano Zuccarini, sindaco di Foligno, Luca Carizia, sindaco di Umbertide, Fabrizio Gareggia, sindaco di Cannara, Remigio Venanzi, sindaco di Polino, Manuel Petruccioli, sindaco di Giano dell'Umbria.
Ma il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, non ne vuole sapere. Si sono sollevati i guru della cultura rossa e guai a contraddirli. Ma il tema non può essere eluso. La miccia è stata accesa da un emendamento al provvedimento che è all'esame della commissione Cultura della Camera in prima lettura, in vista della sua conversione. A presentarlo come primo firmatario è un deputato della Lega, esterno alla Commissione, Gianangelo Bof, vicepresidente della commissione parlamentare per la Semplificazione e componente della commissione Ambiente e Lavori pubblici: la proposta prevede di ridurre il potere delle Soprintendenze di rendere vincolante il loro assenso all'esecuzione di una serie di interventi su aree tutelate. E va aggiunto che in sede ministeriale si era discusso di un argomento simile, con l’assenso – dicono le nostre fonti – dello stesso ministro. E invece…
L’opposizione è insorta come era immaginabile, ma sembra che ogni volta debba prevalere la paura di un conflitto parlamentare in nome dei programmi sempre sostenuti. "Più semplificazione e meno burocrazia, seguendo la linea del Salva-Casa", è stata la linea della Lega e si pensava dell’intera maggioranza per affidare ai Comuni l'ultima parola su tutte le decisioni urbanistiche e paesaggistiche che non riguardano i grandi monumenti. "Prevedere il carattere obbligatorio ma non vincolante del parere delle Soprintendenze", è la soluzione per uscire da troppi ostacoli burocratici. Ma al ministero ci hanno ripensato.
Ovviamente Salvini e i suoi non hanno alcuna intenzione di mollare sull’argomento. Dice Marchetti, segretario regionale leghista in Umbria: “Meno burocrazia a vantaggio dei cittadini”, ha scritto su Facebook il parlamentare della Lega. E infatti il leader del partito ha annunciato che si va avanti: "Superare i vincoli posti da alcune Soprintendenze è un obiettivo che ci proponiamo con un disegno di legge a carattere urgente che i gruppi della Lega depositeranno a inizio settimana sia alla Camera sia al Senato".
Il vicepremier lo ha detto in videocollegamento con la conferenza organizzativa di Confedilizia a Genova: "Avendo raccolto gli stimoli di tanti amministratori locali, di tanti professionisti e tecnici, il parere obbligatorio, vincolante e, lo dico spassionatamente, molto spesso soggettivo, estremamente soggettivo delle Soprintendenze perfino sul colore con cui viene rimbiancato il condominio piuttosto che sugli infissi, non è più possibile che sia così". Ed è interessante la sintonia con il governatore veneto Luca Zaia: "Ben venga la proposta della Lega, che non punta a ridimensionare il ruolo delle Soprintendenze né a far venir meno i vincoli per la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico, ma piuttosto a garantire un percorso ancor più vicino compatibile con le esigenze degli Enti Locali, dei cittadini e delle imprese. Rendendo il parere delle Sovrintendenze obbligatori ma non più vincolanti, ad esclusione ovviamente di tutto ciò che riguarda i beni artistici e monumentali".
Il presidente del Veneto assicura di avere "piena consapevolezza che viviamo nel Paese con il più grande patrimonio culturale e naturalistico al mondo, che vanta il maggior numero di siti Unesco, e che la tutela di questa ricchezza deve andare di pari passo con la sua valorizzazione e promozione. È proprio in questa direzione che si muove la proposta della Lega in discussione in commissione Cultura: non un attacco alla tutela, ma una riforma che assicuri regole chiare ed efficaci".
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