POLITICA
Anche se ci sono le vacanze natalizie, il centrodestra umbro non si risparmia nella difesa del merito nazionale. Protagonisti, il segretario regionale della Lega, Riccardo Augusto Marchetti, e il presidente della commissione sanità, Franco Zaffini (FdI). Non se ne può più della faziosità di certa sinistra ed entrambi hanno deciso di reagire.
Il primo, a difesa di Federica Pellegrini, attaccata oltre ogni livello di decenza sui social per aver dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di votare per la “destra moderata”; il secondo, a tutela della sanità nazionale e dei suoi primari più giovani come accade a Padova, con un modello di efficienza che vale per l’intera Nazione.
Il primo caso, quello relativo alla Pellegrini, ha suscitato l’attenzione giustamente scandalizzata di Marchetti, che su Facebook non le ha mandato a dire. “Federica Pellegrini, dopo aver dichiarato di essere di destra moderata, è stata massacrata sui social. Eccoli gli odiatori di sinistra che si riempiono la bocca di democrazia mentre sventolano bandiere di pace, ma che di fatto sono dittatori del pensiero unico. Solidarietà a Federica Pellegrini, non solo un’atleta vincente che ha portato in alto il nome dell’Italia, ma anche una donna coraggiosa che non ha paura di dire ciò che pensa”.
Che poi uno si chiede che cosa vuol dire “destra moderata”. Può essere un partito, una persona, una proposta: macché, tanto basta per insultarla violentemente. Le hanno scritto di tutto: eppure si tratta semplicemente di una grande atleta italiana, campionessa nel nuoto e che i media fanno a gara per intervistarla per l’esempio che offre col suo talento. Ma ai leoni da tastiera questo non basta: sei di destra? Ti facciamo a pezzi, le mandano a dire senza troppi scrupoli, manco fosse chissà quale estremista. È assenza di civiltà, perché si nega il diritto all’identità politica, quasi che professare le proprie simpatie possa rappresentare chissà quale delitto commesso da Federica Pellegrini. Incapaci di rispetto per le persone, ecco chi sono costoro che si avventano sui social come autentici disperati.
Diverso il caso affrontato da Zaffini, che pure merita visibilità positiva, con l’auspicio che si proceda ancora meglio nel prossimo anno. Il parlamentare della Meloni contesta innanzitutto gli attacchi continui della sinistra alla sanità: “Avviso per il PD! Diffondere buone notizie sulla nostra Sanità fa sicuramente ‘bene alla salute’ la nostra Sanità eroga due milioni di prestazioni al giorno e non deve essere dileggiata e sfiduciata da politici di corto respiro e giornalisti a corto di idee … difendiamo davvero il nostro SSN cominciando a diffondere le tante eccellenze e i tanti straordinari risultati ottenuti da chi ci lavora”.
A stimolare l’attenzione di Zaffini la performance della più giovane primaria italiana. Anche qui ha fatto da battistrada il Corrierone con un’intervista a Gaya Spolverato, 40 anni, chirurga oncologa specializzata in interventi di chirurgia complessa, la più giovane primaria d’Italia, che guida la Chirurgia Generale 3 dell’Ospedale di Padova. Nella sua sala operatoria arrivano da tutta Italia - racconta il quotidiano di via Solferino - alla ricerca di una speranza. Si tratta di persone che altrove si sentono abbandonate di fronte alla malattia, al tumore devastante, e che invece a Padova trovano la cura, la guarigione, la salvezza per sé e i familiari. L’esempio citato da Zaffini non ha paura dei casi più complessi, quelli noti come casi limite: “Cerco di trovare una possibilità per chi ha malattie avanzate. Le sfide non mi spaventano”.
Già oltre 3000 gli interventi chirurgici che ha eseguito, più di 250 gli articoli scientifici da autrice. Competitiva, organizzata, autorevole: è la chirurga dei record. Padovana, nata in provincia, a Albignasego, mamma di due figli, lunga esperienza negli Stati Uniti, è rientrata in Italia per mettere la sua competenza a disposizione dell’ospedale di Padova. E vale davvero la pena segnalare la sanità dei record, perché non è vero che in Italia siamo al disastro, come amano raccontare i profeti di sventura. E anche qui con il corredo dei leoni da tastiera a tentare di distruggere la reputazione dei nostri camici bianchi. Basti pensare che la chirurga in questione ha studiato e lavorato a New York, a Baltimora e in diversi centri oncologici in America e ora in Patria. Professionisti del genere sono un orgoglio per il nostro Paese e giustamente Zaffini lo ha voluto mettere in risalto. Basta piangerci addosso, dicono i parlamentari umbri. Ed è giusto ricordarlo a tutti.
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