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ELEZIONI REGIONALI

Ultima settimana di comizi. La regione tra passato e futuro

Gli appelli si susseguono mentre l’appuntamento con le urne è sempre più vicino

14 Novembre 2024, 10:33

Ultima settimana di comizi. La regione tra passato e futuro

I nove candidati alla presidenza della Regione Umbria

Ultimi comizi e chissà se dopo il voto andranno via gli inviati precipitati in regione a parlare di una realtà produttiva e sociale che cresce sempre di più. E con buoni esempi di amministrazione.
Ad esempio nella sanità, dove almeno Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio ha appena mostrato la sanità che non ti aspetti, stando ai comizi – dai toni inevitabilmente accesi e caratterizzati dalla propaganda elettorale – della sinistra che non ha certo brillato nella sua ultima legislatura di governo.
E suscita invece ammirazione sulle capacità di governo di Tesei e del centrodestra quando sulle frequenze di Mediaset l’informazione ha mostrato una struttura diventata pubblica. Non è sempre scontato che lo si faccia.
Eppure, in quel di Umbertide i riflettori si sono accesi su un centro clinico di riabilitazione che un tempo era gestito dai privati. Che evidentemente non sapevano far di conto, magari confidando sull’assenza di controlli o su sindacati incapaci di protesta.
Ora, quel centro è diventato pubblico e i conti che erano in rosso sono stati risanati, si prospetta un bilancio positivo per il 2024, e un attivo per ben 3 milioni di euro. Finiti i vecchi tempi.
Come avete fatto? chiede l’inviata di Rete 4 alla nuova dirigenza: “Controllo di gestione, investimenti, motivazione e formazione del personale”, queste sono state le chiavi del successo.
Cioè si è lavorato per restituire fiducia e speranza a pazienti e operatori sanitari. Non è vero che non c’è sanità pubblica. Servirà anche parte di quei 3 miliardi in più stanziati quest’anno dallo Stato per migliorare ancora di più le prestazioni.
Diciamo che in Umbria non si può proprio raccontare la frottola del depotenziamento della sanità pubblica.
Poi ci sono i cronisti della sinistra d’assalto, come quelli del Manifesto che scendono più giù, nella provincia di Terni e mettono nel mirino la città.
“E’ il centro della contesa”, scrive il quotidiano rosso, qui “l’ex città operaia che da diversi anni è ormai passata a destra e la provincia in cui il centrosinistra ha perso la bussola dei mutamenti sociali”.
Nel territorio ternano si gioca un pezzo importante di campagna elettorale che avrà il suo risultato domenica e lunedì prossimo, e la sinistra si macera per l’alleanza tra la Tesei e il sindaco Bandecchi, con la sua Alternativa Popolare. La demonizzazione del primo cittadino diventa praticamente obbligatoria, “per le attività imprenditoriali disinvolte, la logica padronale, i toni populisti e il fare muscolare, per restare all’allegoria, potrebbe essere definito il piccolo Trump di provincia”.
Buon pro gli faccia, potremmo dire a Bandecchi se questi sono gli unici argomenti di una sinistra elitaria che non ha capito perché Terni e l’Umbria stessa le sfuggivano di mano nel corso degli anni.
E hai voglia a scommettere sulla ripresa solo perché si sono ricordati di fare qualche comizio. E nemmeno unitario perché da queste parti il campo largo è una finzione.
Possiamo dirlo? La sinistra in Umbria si è bruciata da sola al tempo del governo della regione (che durava da decenni): ci fu malaffare soprattutto in sanità e certo il territorio non può dimenticare un passato ancora troppo vicino.
Stefania Proietti, candidata dell’alleanza di sinistra, non può che strappare il programma degli avversari ma certo è costretta a tacere sui guasti prodotti soprattutto da quel Pd che spera di ritornare a galla nonostante i sondaggi negativi.
Le urne testimonieranno se le previsioni della vigilia avranno avuto ragione o meno. Nei suoi comizi, aldilà di qualche slogan di circostanza sulla sanità, la Schlein non ha potuto fare altro che parlare di questioni nazionali: al governo locale si può imputare davvero ben poco e quindi è meglio svicolare…
Sono già lontani i tempi in cui sempre gli stessi media puntavano a disarcionare Donatella Tesei raccontando di una candidatura in bilico o di scontri tra gli alleati nel centrodestra.
La realtà – e i cittadini la vivono con mano – è che la coalizione che governa ora l’Umbria e aspira al bis per i prossimi cinque anni, ha dimostrato una compattezza notevole, dimostrandosi anche capace di allargare la propria alleanza.
Per vincere queste elezioni, probabilmente, non serve il rancore ma solo la volontà di manifestare amore verso un territorio tra i più belli e anche orgogliosi d’Italia. Certo, lo dovrà ribadire col voto la maggioranza degli elettori della regione. E mai come in questo caso vince chi vota. Chi si astiene perde in partenza e la dà vinta ai gufi di professione.

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