POLITICA
Un tempo si diceva che l’Ohio fosse decisivo per vincere le presidenziali in America. Anche se non è più così, il piccolo Stato americano rende bene il paragone con l’orgogliosa Umbria, pronta a determinare chi vince e chi perde nella sfida in tre regioni tra destra e sinistra.
Mai avventurarsi anzitempo in pronostici elettorali, eppure i sondaggi qualcosa indicano. Non ci riferiamo solo a quello che martedì scorso ha pubblicato il nostro Corriere sui favori della vigilia a favore di Donatella Tesei. Le campagne elettorali sono lunghe e le insidie non mancano mai.
Però qualcosa si può cominciare ad accennare, perché è evidente che il bottino delle tre regioni offrirà indicazioni anche sul piano nazionale. Perché fino a un po’ di tempo fa dalle parti del centrodestra si temeva il cappotto, tre a zero per la sinistra, che indubbiamente si presentava come un problemone da affrontare.
Ma la coalizione di governo continua a veleggiare col vento in poppa, nonostante qualche guaio che sarebbe stato meglio evitare. Evidentemente stenta a farsi strada l’alternativa.
Prendiamo la Liguria, dove oggi si concludono le operazioni di voto. Dopo il caso Toti, a sinistra si pensava di aver già vinto, al punto da espellere Matteo Renzi e i suoi dalla coalizione che stenta ad assumere le sembianze del campo largo. E invece, ma sono anche qui le tendenze della vigilia, la vittoria di Marco Bucci, sindaco di Genova, non sembra più impossibile su Andrea Orlando, tante volte ministro e aspirante governatore.
In Emilia Romagna, dalla parte della sinistra pare resistere una lunga tradizione di dominio elettorale: ma il rischio sorpresa, nel duello tra De Pascale e la Ugolini, il primo di sinistra e la seconda di centrodestra, chissà se potrà affermarsi contro le previsioni.
Dalle nostre parti, invece, il centrodestra è riuscito ad ampliare il suo perimetro fino al movimento del sindaco di Terni, Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi, che potrebbe determinare la vittoria di Donatella Tesei su Stefania Proietti, i due contendenti principali. Va detto che Renzi ha infilato qualche candidatura nella lista civica della sindaca di Assisi, ma certo non primeggia più come un tempo. Anche qui, la sua lista non è potabile per il centrosinistra, a partire da Conte e Avs.
Dunque, l’Umbria si potrebbe trovare a fare da arbitro che decreta la vittoria tra destra e sinistra se la partita andasse pari in Liguria ed Emilia tra gli schieramenti che si combattono.
Il che è anche una soddisfazione che carica di responsabilità i candidati locali, finalmente al centro della sfida decisiva. Ovvero, si decidono i prossimi cinque anni di governo territoriale, ma si darà anche un’indicazione nazionale su dove preferisce posizionarsi la pubblica opinione.
Del resto, è prevedibile un grande affollamento di leader di qui alla seconda metà di novembre, quando gli elettori si recheranno alle urne. A vantaggio della Tesei, una grande compattezza dello schieramento, dall’altra parte qualche muso lungo più tra alleati che nei riguardi della candidata alla presidenza, che come la governatrice in carica gode di stima personale.
Le due donne avranno il compito di suonare la carica ai rispettivi schieramenti: vincerà chi porterà più elettori alle urne. Perché sullo sfondo c’è il rischio astensionismo che grava da troppi anni sulla democrazia italiana: e stavolta bisogna preoccuparsi più di mobilitare i propri elettori che pensare di “pescare” voti nello schieramento opposto.
La speranza è che non si tratti del solito scontro urlato a suon di insulti tra i contendenti. Le ultime consultazioni a suon di fascismo incipiente non hanno portato bene a chi usava un argomento vecchio, hanno infastidito assai chi lo subiva, hanno dissuaso gli elettori a partecipare alla sfida elettorali.
Siano i programmi, per una volta, a tornare al centro dell’attenzione, con la sanità al primo posto. La Tesei può vantare buoni risultati, la Proietti può pretendere magari di più indicando le alternative.
E così per tutti gli argomenti che potranno risultare decisivi e interessanti per il governo della regione. Con in più uno sguardo al panorama nazionale, che per un’istituzione importante per il territorio non è mai indifferente.
Saranno una ventina di giorni intensi, quelli che ci separano al voto, e spetterà ai candidati – sia al ruolo presidenziale che a quello consiliare – capire al meglio che cosa si aspettano da loro gli elettori. È il vento che gonfia le vele a dare la spinta decisiva: soffierà più a destra o a sinistra? La soluzione ce l’ha quella matita copiativa che sarà offerta ai seggi.
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